Napoli, crac Bagnoli futura:
chiesti 393 milioni al Comune

Napoli, crac Bagnoli futura: chiesti 393 milioni al Comune
di Valerio Esca
Venerdì 30 Dicembre 2016, 08:41 - Ultimo agg. 10:52
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Una citazione ad istanza per il fallimento della società Bagnoli futura per un danno complessivo da 393 milioni e 719 mila euro. L'atto è stato notificato il 19 dicembre presso l'avvocatura del Comune di Napoli, per un danno in «responsabilità solidale» contestato a Palazzo San Giacomo in concorso con amministratori, sindaci, liquidatori e direttore generali della società fallita. In pratica tutti quelli che hanno operato (a livello dirigenziale) nella stu, dal 2002 alla data del fallimento (maggio 2014).

L'udienza in citazione è fissata per il 13 luglio 2017 e la presunta responsabilità (anche) del Comune si fonderebbe «sulla supposta attività di direzione e controllo della società, cui sarebbero scaturite scelte antieconomiche e dannose per la conservazione del patrimonio sociale». Il Comune viene considerato dalla curatela (formata da Giovanna Carrieri, Vincenzo Moretta, Francesco Palmieri, Mauro Marobbio, Francesco Fimmanò) il Deus ex machina di tutte le scelte che poi hanno portato al fallimento la Bagnoli futura. Nelle due pagine che riguardano appunto la «responsabilità eterodirezionale» di Palazzo San Giacomo si parla dell'attività di «controllo» che il Comune avrebbe avuto sulla società. Tutte tesi che non convincono l'avvocatura comunale che sta già preparando la difesa. Da quanto trapela il ragionamento è il seguente: al Comune, seppur proprietario della Bagnoli futura, non può essere addossata tutta o gran parte della colpa che ha poi portato al crac della stu. Inoltre da piazza Municipio ci tengono a specificare: «Questo è soltanto un giudizio ordinario come ne abbiamo tanti altri. Non facciamo allarmismi».

Da una parte è vero, nella misura in cui il giudizio potrebbe anche pendere a favore del Comune, ma se di mezzo c'è Bagnoli difficile pensare di derubricare il caso come «già visto». Un allarme rosso non c'è, ma preoccupazione sì. Tanto che nel bilancio comunale da approvare nei prossimi mesi sarà previsto un «fondo rischi precauzionale». «Abbiamo tutte le argomentazioni per sgonfiare il caso fanno sapere dal Comune ma dobbiamo comunque prevedere un piano b, come si fa nei casi quando si viene chiamati in giudizio per cifre così importanti e che fanno impressione».

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