Napoli, Barruffo: «Necessario toglierli
a certe famiglie o saranno condannati a delinquere»

Napoli, Barruffo: «Necessario toglierli a certe famiglie o saranno condannati a delinquere»
di Rosa Palomba
Lunedì 13 Febbraio 2017, 08:15
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Tanto piccoli non poter subìre processi. Colti nel pieno di un reato, non resta che riportarli ai genitori: «Poi, cominciano azioni civili e amministrative che racchiudono ogni aspetto della vicenda legata a quel minore», dice Maurizio Barruffo, giudice e presidente di collegio al tribunale per i minori di Napoli.

Ieri un undicenne sorpreso a compiere un furto è stato e riaffidato alla famiglia. È figlio e nipote di due boss del difficile rione Salicelle di Afragola.

«Adesso, per questo preadolescente comincia un complesso cammino legale: il tribunale avvierà accertamenti relativi a tutto il contesto in cui vive. Solo dopo approfondite indagini saranno decisi gli interventi da avviare. A cominciare dall'affidamento a case famiglia specializzate per il recupero di giovanissimi».


Qualche boss della ndrangheta e i suoi stessi figli minorenni stanno ringraziando il presidente del tribunale di Reggio Calabria, per aver deciso l'affido dei loro rampolli. La prima volta, quattro anni fa, tutti gli erano contro.

«Noi lo facciamo in maniera molto più diffusa, non soltanto per i figli di capiclan e non solo nelle situazioni sociali più estreme».

Per esempio?

«Quando i comportamenti di un minore non imputabile sono ancora in quell'area tra il civile e il penale, sotto esame finiscono madri, padri e fratelli per verificare se anche questi ultimi hanno avuto situazioni difficili. Viene dunque valutata l'idoneità dei genitori».

Una sorta di processo agli adulti?

«Bisogna decidere se allontanare il minore da quell'ambiente evidentemente non adeguato a lui o se tentare di seguire la famiglia».

E se invece come nel caso di Afragola un undicenne compie un furto in piena regola e in piena notte?

«Le azioni del Tribunale per i Minori diventano di tipo amministrativo: con gli adulti finisce sotto osservazione lo stesso ragazzino. Ma tutto questo rimanda a un ampio discorso sulla prevenzione».

Come gli assistenti sociali che però a volte sembrano assenti?

«È impensabile che in città notoriamente ad alto tasso criminale gli addetti ai servizi sociali siano appena due o tre ai quali mancano anche i supporti tecnici per lavorare».

Allontanare un bambino da una famiglia seppur complessa scatena sempre la reazione di psichiatri, psicologi e delle stesse famiglie.

«I genitori a volte si arrabbiano ma poi capiscono che è meglio così, considerando anche che non sono allontanamenti definiti ma che anzi, prevedono rientri a casa e incontri periodici. Affidarli a strutture idonee serve anche per mostrare ai più piccoli che un altro modo di vivere esiste ed è possibile».

Il progetto di riforma della giustizia minorile fermo al Senato, prevede la soppressione dei tribunali per i minori. Cosa accadrebbe in questo caso?

«Nel sistema giustizia questi Istituti sono la parte che funziona meglio. Noi a Napoli per esempio, non abbiamo arretrati, siamo celeri, sappiamo agire nel bene di tutti. Finire in un tribunale ordinario dove il procuratore della Repubblica ha tanto altro da fare sarebbe un grave danno proprio per i minori».

Dibattito acceso e complesso, quindi

«Una questione di welfare che dovrebbe essere incrementato proprio in virtù della profonda crisi lavoro.
Invece di spalmare le risorse e incrementare i servizi di assistenza sociale, il progetto di riforma prevede di concentrare per risparmiare. Un'idea rischiosa, specie quando come in questi anni la media borghesia spaventata e sconfitta da prevaricazione e abusi, si ritira in buon ordine e non partecipa più al processo di crescita sociale collettiva».
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