Napoli, condono con il trucco:
indagati assessore e 6 tecnici

Napoli, condono con il trucco: indagati assessore e 6 tecnici
di Paolo Barbuto
Martedì 5 Luglio 2016, 08:08 - Ultimo agg. 14:51
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La nuova Giunta De Magistris non è ancora nata e già si trova nella bufera. Un assessore uscente (e nella lista dei riconfermati) è indagato con l'accusa di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. Si tratta di Ciro Borriello che nella Giunta in scadenza ha la delega allo Sport, al Decoro urbano e allo Sviluppo delle aree degradate; con lui sono indagate altre sette persone, sei delle quali in forza al servizio edilizia privata del Comune di Napoli.

La vicenda riguarda un presunto abuso edilizio nel cuore di Chiaia, in via Bisignano 24. Secondo l'accusa, in cima al bel palazzo sarebbero state realizzate opere in «sopraelevazione sul lastrico solare», la difesa sostiene, invece, che si tratta semplicemente di operazioni di «recupero abitativo dei sottotetti» consentite da una legge regionale varata nel 2000. Sulla vicenda deciderà il tribunale che, per adesso, ha confermato il sequestro effettuato dalla polizia municipale e ha iscritto otto persone al registro degli indagati.
Ma che c'entra l'assessore allo Sport con questa vicenda di presunti abusi edilizi? Nella sua qualifica da assessore non c'entra nulla. Il fatto è che Ciro Borriello è anche geometra, e proprio in qualità di progettista e tecnico incaricato, ha firmato una istanza di accertamento di conformità per «opere di restauro e di risanamento conservativo volte al frazionamento dell'originaria unità immobiliare in due distinte abitazioni...».

Una prima denuncia per presunti lavori abusivi all'appartamento di proprietà di Roberto Ritondale (anche lui indagato) viene presentata nel 2014. I vigili subito segnalano che, a loro parere, c'è una sopraelevazione e sequestrano la struttura. In quella occasione vengono presentate documentazioni ufficiali: la relazione del geometra Ciro Borriello, il permesso in sanatoria rilasciato dal dirigente dello sportello unico edilizia privata del Comune, Rosaria Contino sulla scorta delle risultanze della pratica affidata al tecnico Michela Secondulfo e al responsabile del procedimento Claudio Nazzaro i quali nel 2012 avevano verificato che si trattava di una opera riferita a un sottotetto e che era ininfluente «la lieve traslazione delle bucature sul prospetto principale dell'immobile». Dopo il sequestro, sul luogo viene effettuato un sopralluogo con altri due tecnici del Comune, Nicola Della Volpe e Maurizio Susini i quali attestano che i permessi sono legittimamente rilasciati. Così il sequestro non viene convalidato e dopo qualche mese arriva una richiesta di archiviazione.

Sembra tutto risolto. Invece a febbraio dell'anno scorso arriva una nuova denuncia. Il Pm ritiene necessari ulteriori approfondimenti e nomina un consulente il quale, e siamo in tempi recenti, a marzo del 2016, chiarisce che «esistono difformità rispetto alla distribuzione degli ambienti interni» e che «le variazioni prospettiche appaiono significative». Il consulente spiega pure che «la tipologia del volume realizzato... non appare del tutto riconducibile alla nozione di sottotetto». Ma soprattutto, secondo il consulente, per le opere realizzate al terzo piano di quel palazzo «il condono è intervenuto alla data del 6 maggio 2008» e che, quindi, alla data di entrata in vigore della legge regionale quelle opere non erano state ancora condonate.

Proprio sulla scorta della perizia, stavolta viene confermato il sequestro, e il Gip condivide l'impostazione accusatoria del Pubblico Ministero. Si tratta del Giudice Egle Pilla che nel provvedimento, per quanto riguarda l'ipotesi di reato di abuso di ufficio, si sofferma sulla qualifica di Ciro Borriello, progettista e redattore della relazione tecnica che da maggio 2011 è consigliere Comunale e da gennaio 2015 assessore: «Appare dunque sussistere una cointeressenza - scrive il Giudice - tra i funzionari che hanno adottato il permesso di costruire e che successivamente hanno riconosciuto la legittimità di quel permesso, e i soggetti beneficiari».

Per il Giudice varrebbe anche l'ipotesi di falso ideologico da parte dell'assessore uscente Borriello che nella relazione tecnica avrebbe «attestato circostanze non rispondenti al vero». E, sulla base della perizia chiesta dal tribunale, vengono presentate contestazioni anche a tutti i dirigenti e ai tecnici del Comune che negli anni si sono occupati della vicenda: la «ininfluente lieve traslazione delle bucature sul prospetto» sarebbe, secondo il perito, una variazione di prospetto non permessa in quella porzione di città; quello che è stato considerato un sottotetto sarebbe, spiega il tecnico chiamato dal tribunale, una sopraelevazione. È per questo che nell'indagine sono finite tutte le persone coinvolte negli anni in questa vicenda di presunto abuso edilizio che ha, come protagonista principale, il geometra Ciro Borriello che, per primo, ha firmato il progetto e che è diventato poi un assessore della Giunta comunale di Napoli.