Napoli. Contromano in Tangenziale, il pm: «Duplice omicidio aggravato. Spense i fari e ignorò i segnali»

Napoli. Contromano in Tangenziale, il pm: «Duplice omicidio aggravato. Spense i fari e ignorò i segnali»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 6 Febbraio 2016, 09:40
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Gli hanno lampeggiato, hanno fatto di tutto per indurlo a decelerare, a frenare, ad accostare senza fare danni. Tentativi che non hanno evitato il peggio, fino all'epilogo più scontato, con lo schianto e la morte di due persone. Tradotto in formule giuridiche, la Procura non ha dubbi: duplice omicidio volontario, con l'aggravante di aver agito in stato di ebbrezza, per giunta nel pieno della notte, quando le condizioni di difesa delle due vittime erano oggettivamente limitate. Eccole le conclusioni delle indagini a carico di Aniello Mormile (al secolo dj Nello), responsabile dell'incidente in tangenziale la scorsa estate. Era la notte tra il 24 e il 25 luglio scorsi, quando Mormile si rese protagonista di un episodio per molti versi ancora misterioso: imboccò la tangenziale all'altezza di Agnano, decise di percorrere la strada contro mano, un viaggio senza ritorno per la sua compagna, la 22enne Livia Barbato che era in auto assieme a lui, e per Aniello Miranda, il 48enne che viaggiava nel verso giusto, lungo la corsia di sorpasso.

Due morti assurde, su cui - a distanza di sette mesi dai fatti - la Procura non sembra avere dubbi: è infatti di ieri mattina la notifica in carcere dell'avviso di conclusione delle indagini per duplice omicidio volontario aggravati a carico di Mormile. Indagini coordinate dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, condotte dal pm Salvatore Prisco, al termine del lavoro della polizia stradale, ma anche dopo aver letto le analisi di periti e consulenti. Niente dubbi per i pm, dunque, c'era la volontà dell'indagato di provocare uno o più delitti, c'era una lucida coscienza assassina. E fu un miracolo che Mormile sia rimasto illeso, che non sia deceduto dopo lo scontro ad alta velocità. Decisiva l'analisi del filmato della Tangenziale, secondo la quale si nota - insistono i pm - una manovra apparentemente serena, pacata da parte del 28enne alla guida. Difeso dai penalisti Gaetano Baccari e Gaetano Porto, Mormile ha reso in questi mesi un solo interrogatorio ai pm, nel corso del quale non ha fornito particolari chiarimenti su quegli attimi fatali per la sua vita e per quella delle due persone decedute. Indagine allo snodo conclusivo, c'è la convinzione da parte della difesa di poter dimostrare una tesi diversa rispetto a quella a cui sono approdati oggi gli inquirenti.Attende una verità giudiziaria anche la famiglia di Livia, rappresentata dall'avvocato Andrea Ragozzino, che da mesi chiede giustizia sullo scontro avvenuto la notte tra il 24 e il 25 luglio scorsi. Per mesi, in Procura si è scavato sul vissuto della coppia, sulla vita del dj Nello e della sua compagna Livia, nel tentativo di verificare l'esistenza di qualcosa in grado di giustificare una manovra suicida-omicida. Sono stati ascoltati alcuni amici dei due ragazzi, anche i conoscenti che quella notte presero parte a una festa in cui Mormile indossò le vesti di dj.

A lungo si è anche ipotizzato che la coppia fosse in crisi per la presenza di un'altra ragazza, quanto basta a scatenare una lite e a indurre l'autista a un gesto di sfida. Tanti testimoni, poca collaborazione da parte dei soggetti convocati ai piani alti della Procura. Nessuna forma di collaborazione invece da parte degli automobilisti che hanno incrociato l'auto guidata da Mormile. Stando ai filmati, hanno lampeggiato, provando ad interrompere il viaggio alla rovescia di Mormile, ma non si sono presentati in Procura, nonostante un esplicito appello da parte degli inquirenti. Tra una ventina di giorni - dopo eventuali repliche difensive - la Procura chiederà il giudizio a carico di Mormile, in un processo che punta a scavare lame di luce nelle tenebre di quella notte in tangenziale. 

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