Napoli, corridoi vietati nell'intervallo
studenti in rivolta al Genovesi

Napoli, corridoi vietati nell'intervallo studenti in rivolta al Genovesi
di Daniela De Crescenzo
Martedì 22 Novembre 2016, 08:26 - Ultimo agg. 14:52
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Quasi trecento firme per un documento che contesta duramente il dirigente scolastico, Mia Filippone, accusata di vietare agli studenti di uscire dalle aule durante l'intervallo e di proibire le assemblee plenarie. Succede al liceo Genovesi dove il confronto diventa sempre più duro e minaccia di coinvolgere anche i genitori. Uno dei momenti clou venerdì 11 novembre, giorno in cui era prevista un'assemblea.

Questa al Genovesi si svolge in tre round perché il responsabile per la sicurezza ha certificato che l'aula magna non può contenere più di 130 persone per volta. Il primo gruppo di studenti, però, al termine del dibattito si rifiutò di tornare in classe chiedendo di poter discutere insieme agli altri compagni. Di fronte al no del capo d'istituto, i ragazzi non vollero tornare in classe e poi partì la raccolta di firme per un documento dal tono durissimo. «Da tre anni la scuola è sotto una dirigenza che opprime e limita le nostre libertà» è l'esordio. E poi il lungo elenco di doglianze.

«A causa dell'eliminazione dell'intervallo non riusciamo più a socializzare tra di noi, addirittura non ci si conosce». I ragazzi contestano i «motivi di sicurezza» avanzati dalla preside per vietare di passare il benedetto intervallo nei corridoi e di tenere assemblea tutti insieme, e scrivono: «Per ovviare a questo problema la preside ci aveva assicurato che avrebbe provveduto a cercare un locale dalle dimensioni tali da ospitare tutti, ma anche questa promessa non è stata mantenuta, se non per un'unica occasione nell'anno scolastico 2014-2015». E poi i ragazzi parlano di insulti ripetuti e gratuiti da parte del personale scolastico, anche se la Filippone sottolinea che nessuno ha poi detto di essere stato singolarmente offeso. Ma il clima resta teso. Per giovedì è previsto l'insediamento del comitato dei genitori di cui è presidente Federico Ranchetti, eletto sabato scorso. I padri e le madri hanno anche preparato un proprio documento che resterà, però, top secret fino a oggi pomeriggio quando sarà inoltrato alla dirigente. Intanto Ranchetti fa notare: «Il regolamento d'istituto non è mai stato pubblicato sul sito della scuole. Giovedì il comitato è stato convocato dal capo d'istituto e in quell'occasione io ne chiederò una copia aggiornata: naturalmente è sempre possibile chiedere alcune modifiche anche per quel che riguarda l'organizzazione dell'intervallo. E veniamo all'assemblea: non c'è dubbio per legge dovrebbe essere plenaria mentre la preside consente solo assemblee frazionate. Bisognerà vedere cosa prevedono le norme sulla sicurezza». Ma non sono solo l'intervallo e l'assemblea a far arrabbiare gli studenti: nel loro documento contestano anche l'organizzazione dei progetti che a volte «non incontrano minimamente il loro interesse e che risultano solo una perdita di tempo prezioso».

E poi nel mirino ci sono la soppressione dei viaggi di studio e la gestione dei ritardi.
Unico riconoscimento nei confronti della Filippone: «L'accesa politica volta a riformare l'immagine dell'istituto e gli sforzi economici per ristrutturare gli ambienti». Perché, non bisogna dimenticarlo, il liceo Genovesi per anni ha continuato a perdere iscrizioni e qualche anno fa ha rischiato addirittura di essere chiuso. Poi la fusione con il Campanella e il tentativo di fermare l'emorragia fino alla conquista di una nuova sede succursale in via Flavio Gioia che presto permetterà di dismettere la sede di piazza Cavour. Insomma la scuola si è, per ora, assicurata la sopravvivenza. Tutto vero. Ma per gli studenti questo non basta a giustificare «chi ci denigra e ci strumentalizza come meri oggetti da esposizione».

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