Napoli. Nastasi: «Resto commissario
di Bagnoli. Adesso lavoriamo tutti insieme»

Napoli. Nastasi: «Resto commissario di Bagnoli. Adesso lavoriamo tutti insieme»
Domenica 18 Dicembre 2016, 09:46 - Ultimo agg. 09:50
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«Resto commissario di Bagnoli. Ora dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione». Renzi, il presidente del Consiglio che ha disegnato la nuova governance e che lo ha scelto, non è più a Palazzo Chigi ma Salvo Nastasi andrà comunque avanti. Lo annuncia in un'intervista a Il Mattino, nella quale invoca un'assunzione di responsabilità collettiva per Bagnoli. Un preciso messaggio rivolto alla politica, ma anche alla magistratura.

Nastasi, Renzi si è dimesso. Lei cosa farà?
«Renzi ha creduto moltissimo nel rilancio dell'area di Bagnoli come volano per la ripartenza dell'intero Sud e questo lavoro non si interromperà. Infatti l'incarico di commissario di governo, come tutte le strutture che lavorano alla soluzione di problemi rilevanti nel nostro Paese, è stato conferito per un primo mandato di tre anni, rinnovabili, e non è soggetto a decadenza con il cambio di governo. D'altronde sarebbe incredibile se dopo tanti anni di attesa, ora che si iniziano finalmente a vedere i primi frutti di questo lavoro, si cominciasse ogni volta daccapo».


All'indomani delle dimissioni di Renzi, De Magistris ha però ribadito che non cambia idea sul no al commissariamento.

«Conosco le ragioni del sindaco e le rispetto. Le ha espresse in tutte le sedi e le ribadirà al nuovo governo. Ma io come funzionario pubblico ho un compito che mi è stato conferito dal governo sulla base delle leggi dello Stato. E lo espleterò, nell'interesse pubblico, fino in fondo».


Ma come si supera questo conflitto? Ci sono margini per un'intesa?

«Le intese, nell'interesse della città e dei cittadini, sono sempre da ricercarsi ed auspicabili. Io sono qui per questo». La soluzione potrebbe essere quella dei tavoli istituzionali proposta dal sindaco e già utilizzata per la firma del Patto per Napoli?


E quale sarebbe in questo caso il destino della cabina di regia?

«Qualsiasi soluzione è ben accetta. Lo ha ribadito anche il ministro De Vincenti, che continuerà a seguire le vicende di Bagnoli per il governo Gentiloni. La cabina di regia è un organismo previsto dalla legge come stanza di compensazione delle istanze del territorio. Non mi sembra sia un grande problema».


Veniamo al lavoro che state mettendo in campo. Non è stato un inizio facile perché le gare che con Invitalia avevate avviato sono rimaste bloccate per mesi.

«È giusto ricordare cosa è stato fatto finora. Il commissario è stato nominato nel settembre del 2015. Il soggetto attuatore Invitalia ha iniziato ad operare nel dicembre del 2015 e fino a marzo scorso siamo stati bloccati dal ricorso al Tar del Comune di Napoli, poi respinto. Da qual momento, quindi in appena 8 mesi, abbiamo accelerato con il soggetto attuatore tutte le procedure. Si è intanto fatto ordine in un marasma amministrativo, giuridico e finanziario durato 23 anni, con la proposta di un programma di bonifica e rigenerazione urbana, approvato dalla cabina di regia il 6 aprile scorso. Per la prima volta c'è un percorso chiaro di tempi e costi. Sono state avviate sette procedure di gara propedeutiche alla bonifica complessiva dei suoli e del mare, tra cui la fondamentale caratterizzazione dei suoli, attraverso i protocolli con Autorità Anticorruzione e Prefettura. Protocolli di trasparenza e legalità cui il governo ha tenuto molto. L'Agenzia del Demanio ha quantificato in questi giorni, dopo un complesso lavoro, il valore dei suoli che saranno acquisiti al patrimonio pubblico ed Invitalia concluderà a breve le procedure, salvando quei terreni dal fallimento di Bagnolifutura e dalla probabile speculazione. Abbiamo poi stabilito con il ministero delle Infrastrutture il percorso tecnico per la rimozione della colmata, elemento fondante delle operazioni di bonifica, e con il Porto di Napoli stiamo definendo le procedure per l'allocazione di 2 milioni di metri cubi di sedime marino e di rifiuti: operazione necessaria per la balneazione. Mai in questi anni tanti nodi così delicati per Bagnoli erano stati affrontati tutti insieme».


Il punto chiave sono dunque le caratterizzazioni, che però non possono partire a causa dello stop del Tribunale.

«La caratterizzazione dei suoli serve a dirci quanto e dove sono inquinati ed è quindi un'operazione propedeutica alle gare per la bonifica complessiva. Un passaggio fondamentale. Il Tribunale ci ha chiesto pochi giorni fa un preciso cronoprogramma ed Invitalia lo ha già trasmesso. Aspettiamo l'autorizzazione definitiva in tempi brevissimi affinché l'impresa vincitrice cominci il suo lavoro. Abbiamo tutti il massimo rispetto per le esigenze della giustizia ma non posso esimermi dal far presente che le modalità di lavoro che il Tribunale finora ha utilizzato rischiano di rallentare gli interventi a tutela della salute pubblica. Dobbiamo andare tutti nella stessa direzione. E poi è mai accettabile che, parallelamente, un altro organismo come il Tribunale fallimentare autorizzi i professionisti della curatela a presentare ricorso al Consiglio di Stato dopo che hanno perso il primo ricorso al Tar? Organi dello Stato che ricorrono contro un organo dello Stato? Si sta veramente perseguendo l'interesse dei cittadini?».


Nel frattempo le opere già completate o da terminare sono abbandonate al degrado. Si rischia di vanificare un investimento di decine di milioni di euro.


«Nel programma approvato il 6 aprile c'è il recupero di quelle strutture e stiamo già lavorando al loro modello di utilizzo, anche con appositi incontri tematici con gli enti e le istituzioni competenti: Regione, Comune, Università, Stazione zoologica, Asl. Faremo di tutto per non vanificare quegli investimenti. Senza voler polemizzare ora su come sono stati fatti e quanto sono costati».


Il neopresidente dell'Autorità portuale, Spirito, si è detto pronto ad accogliere i materiali della colmata di Bagnoli per la darsena petroli, uno schema che era stato già immaginato molti anni fa dall'allora presidente dell'Authority Nerli. La ritiene un'ipotesi praticabile?

«Non è solo praticabile, ma sarebbe la soluzione tecnicamente ed economicamente più vantaggiosa alla questione. Il presidente Spirito ha accolto la nostra istanza, che farà parte del suo programma triennale. Questo accelererà la rimozione della colmata. E di molto».


Con un tweet Renzi aveva promesso che avrebbe restituito la spiaggia di Bagnoli nell'estate scorsa. Ma le cose sono andate diversamente. Quando potrà essere fruibile l'arenile nord?

«Renzi non ha colpe. La storia è nota. A giugno i lavori per la sistemazione dell'arenile stavano per cominciare e abbiamo scoperto attraverso un'indagine della Procura che i livelli di inquinamento erano molto alti. Quindi il progetto è stato cambiato ed aggiornato. I lavori stanno terminando in questi giorni. Se non avessimo affrontato la questione immediatamente la spiaggia sarebbe rimasta in quelle condizioni chissà ancora per quanto tempo...».


In questo lavoro tutto in salita, tra le iniziative intraprese ce n'è una che è filata liscia?

«Tante attività sono andate in realtà bene.

Ma un progetto mi ha particolarmente soddisfatto. Quello che abbiamo intrapreso con la Stazione zoologica Dohrn, un fiore all'occhiello nel mondo scientifico, per l'analisi del sedime marino e per il monitoraggio delle acque di Bagnoli. Un progetto che ha conseguito un finanziamento speciale del Cipe per due milioni e che ci mette all'avanguardia in questo settore».

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