Ispezione nello scafo del Rosinella
il corpo del comandante non c'è

Ispezione nello scafo del Rosinella il corpo del comandante non c'è
di Francesca Mari
Domenica 29 Maggio 2016, 10:58
3 Minuti di Lettura
Ercolano. L'Anteo ha lasciato Gaeta: il corpo del capitano Giulio Oliviero non è nel relitto di Rosinella. Questo l'epilogo delle ricerche a opera della Marina Militare, in corso da settimane e conclusesi ieri pomeriggio dopo l'immersione dei palombari a 62 metri di profondità a 7 miglia da Punta Stendardo, alla ricerca del terzo disperso.Le salme dei due tunisini, Khalifa e Saifeddine Sassi, ieri tornate nel proprio paese a spese del governo tunisino per la celebrazione delle esequie che si terranno oggi, erano state recuperate tra il 17 e il 18 maggio attraverso l'impiego del Rov (Remoted Operated Vehicle) del cacciamine «Gaeta».

I corpi erano stati individuati l'uno a 5 metri l'altro a 50 metri dalla barca. Ma il capitano Oliviero non era stato intercettato all'esterno e il robot non era riuscito a entrare nel relitto dove si presumeva fosse rimasto intrappolato. Solo i palombari, abilitati a scendere ad oltre 40 metri di profondità, potevano entrare nel relitto e cercare il terzo corpo. Così, attesa da oltre un mese, la squadra speciale di palombari è giunta a Gaeta, a bordo della nave «Anteo» mercoledì sera e giovedì ha avuto inizio l'attività operativa. Sul peschereccio, oltre ai militari, sono saliti per monitorare le attività di ricerca, il pm Francesco Cerullo della procura della Repubblica di Cassino, che un mese fa ha aperto un'inchiesta contro ignoti, il ctu Giovanni Del Russo, il comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta, Alberto Meoli e il legale delle famiglie delle vittime, Antonio Crisci. Solo la fase preparatoria, il coordinamento e l'adozione di tutte le misure di sicurezza è durata l'intera giornata di giovedì, la nave è tornata in porto a mezzanotte, e l'ordine di immersione ai palombari è partito solo nel pomeriggio di venerdì. La prima perlustrazione interna del relitto fatta dai sub non ha condotto a nessun risultato così è stata necessaria ieri, in tarda mattinata, una seconda immersione. Anche in questo caso i palombari non hanno trovato il corpo di Oliviero e, terminata la missione per cui era stata chiamata, la nave Anteo ha lasciato Gaeta. La comunicazione è giunta alla moglie di Giulio Oliviero, Rosa Imperato, nel pomeriggio di ieri dalla Capitaneria di Porto di Gaeta.

«Pensavo di aver visto il peggio - ha commentato affranta la donna - ma il peggio pare debba ancora arrivare. Non riesco a concepire che il corpo di mio marito non si trovi, ero ormai convinta che fosse nel relitto. Ma adesso più che mai, sono determinata ad andare fino in fondo. Il Rosinella deve essere tirato su, solo in questo modo possiamo sapere la verità. Sono disposta a mobilitare l'Italia per mare e per terra ma voglio che si faccia chiarezza. Abbiamo già fatto una manifestazione con l'associazione Marinerie d'Italia e D'Europa con marinai giunti da ogni parte d'Italia. Mio marito - conclude la donna - è stato un uomo che grazie al suo carattere ha stretto tante amicizie e ora abbiamo tutti intorno». Il mistero del naufragio di Rosinella continua ad infittirsi e ora con la certezza che il corpo non è nel relitto si fanno strada altri dubbi. Cosa è veramente successo quella notte del 20 aprile scorso? Perché i membri dell'equipaggio non hanno avuto il tempo di lanciare l'Sos? I corpi dei marinai tunisini erano a pochi metri dal relitto e il capitano? Si è lanciato in mare e le correnti l'hanno trasportato chissà dove? Sebbene dalle perlustrazioni sia emerso che le pareti del relitto siano integre, ci sono ancora elementi da chiarire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA