Sanità, Sos a Renzi da Napoli

Sanità, Sos a Renzi da Napoli
Sabato 20 Febbraio 2016, 14:42 - Ultimo agg. 17:08
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Quando il canto di Lucio  Battisti si è diffuso nella sala gremita del centro congressi della Stazione marittima rilanciando  provocatoriamente  "Il tempo di morire" , mille bandiere colorate con i simboli di tutti i sindacati dei medici sono state fatte sventolare con passione e rabbia. E' cominciata così la "vertenza salute al Sud" che ha visto a Napoli camici bianchi privenienti da mezza Italia per protestare contro  le diseguaglianze del sistema sanità. E per rilanciare lo sciopero programmato per il 17 e il 18 marzo. Ma non c'erano solo medici alla manifestazone di stamattina alla Stazione marittima, la cui sala si è rivelata troppo piccola per contenere le migliaia di dottori giunti in città  da Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. C'erano rapresentanti dei cittadini, c'erano i vertici del tribunale dell'ammalato. Tutti per rivendicare i punti del manifesto per la #buonasanità. "Non intendiamo  essere spettatori passivi del declino inesorabile della sanità pubblica, sottoposta a continui e pesanti tagli che già peggiorano i dati di salute" è scritto tra l'altro nel documento.
 




Un no deciso contro lo smantellamento della sanità pubblica e la richiesta di garantire a tutti gli italiani «uguali» livelli di assistenza tutelando e valorizzando al tempo stesso la professionalità dei medici «penalizzata dal ruolo preponderante della politica in ambito sanitario». Da questi presupposti è partita la protesta. Da questi presupposti è partito il messaggio indirizzato al Governo Renzi.
 
In una Stazione marittima gremita, dunque, il segretario nazionale Cimo Riccardo Cassi ha chiesto che si costituisca «un tavolo che veda insieme Governo, rappresentanze dei medici e Regioni che - ha sottolineato - sfuggono al confronto sebbene sia indiscutibile che la sanità italiana è frammentata in 21 sistemi regionali, situazione che ha aggravato il divario Nord-Sud ancora più marcato in quelle regioni del Meridione in cui ci sono i piani di rientro». 

In rappresentanza di  Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Sumai, Funzione pubblica Cgil Stpa, Fvm, Fassid, Aipac, Aupi, Simet, Sinafo, Snr, Cisl Medici, Fesmed, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Uil Fpl Medici, Ugl Medici, Fimmg, Smi, Intesa Sindacale (Cisl Medici-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai), Fespa, Fimp, Cipe, Andi, Assomed, Sivemp, Sb, hanno poi preso la parola decine di medici-sindacalisti. E poi c'è stata la testimonianza di Fracesco, figlio di un malato di cancro morto dopo sei anni di malattia. Francesco ha raccontato la precarietà del sistema sanità, di quando è stato costretto a dormire in un sacco a pelo accanto a suo padre agonizzante, di quando ha dovuto procurare i medicinali per curarlo perchè l'ospedale non ne aveva.

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