Giugliano. Seviziato dal padre con l'elettricità: il dodicenne protetto in Molise

Giugliano. Seviziato dal padre con l'elettricità: il dodicenne protetto in Molise
di Rosa Palomba (inviato)
Martedì 6 Ottobre 2015, 08:30 - Ultimo agg. 14:48
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Campobasso. Sono tutti abbarbicati intorno a Campobasso. Paesi minuscoli, poche case, poca gente. Si conoscono tutti, ma pochi sanno e nessuno vede. Però, sembrano oasi di tranquillità e pulizia. Boschi e pace. Ed è qui che si sarebbe rifugiata la donna di origine polacca che chiameremo Eva. È qui che è venuta con i suoi tre figli minorenni. In fuga da Varcaturo, lontana dalle sevizie del marito algerino; e al riparo dalle torture subite anche dal più grande dei suoi figli. Il ragazzino, che oggi ha 15 anni, di cui gli ultimi tre vissuti nel terrore. Tra scosse elettriche e notti passate fuori casa, all’addiaccio. «Per imparare l’educazione», così gli diceva quel padre che lo ha generato e che voleva un figlio modello.

Un uomo ben integrato in Italia, con un regolare contratto di lavoro nel Giuglianese, a nord di Napoli.

Un uomo senza brutte abitudini; niente alcol e niente droghe. Ma con un’aberrante depravazione: picchiare. Riempire di calci, pugni e lividi la moglie e il figlio. Aveva cominciato con il primo e probabilmente avrebbe continuato con gli altri due, appena sarebbero diventati adolescenti, appena avrebbero voluto «fare di testa loro». Tutti in riga, a suon di percosse. È da questo inferno che quattro giorni fa Eva ha trovato il coraggio di scappare. Unico punto di riferimento della vittima, una sorella che vive in uno di questi paesini a ridosso di Campobasso. Anche lei regolarmente iscritta all’anagrafe di uno di questi Comuni. Una notte a spiegare la sua vita impossibile e, il mattino successivo, la decisione di andare dai carabinieri del capoluogo molisano. Qui, il capitano Roberto Petroli ha raccolto l’inquietante denuncia. Poi in questura. La disperazione e la paura hanno spinto Eva a chiedere la revoca del suo passaporto e di quello dei suoi bambini.

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