La sorella della napoletana uccisa a Venezia: «Antonio minacciò i bambini e Mariarca non lo denunciò»

La sorella della napoletana uccisa a Venezia: «Antonio minacciò i bambini e Mariarca non lo denunciò»
di Francesca Mari
Venerdì 28 Luglio 2017, 12:19 - Ultimo agg. 19:53
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«Nessuno ha il diritto di spezzare le ali a un'altra persona». Lo ripete in lacrime Anna, una delle quattro sorelle di Maria Archetta Mennella, per tutti Mariarca, la 38enne di Torre del Greco uccisa a coltellate domenica all'alba nel suo appartamento a Musile del Piave in provincia di Venezia. Assassinata brutalmente da Antonio Ascione, 44enne di Ercolano, il suo ex marito che non aveva mai accettato la separazione e il trasferimento a Venezia di Mariarca, un anno e mezzo fa, con i loro due figli, Assia di 15 e Salvatore di 9 anni, «per rifarsi una vita». Rompono il silenzio i familiari di Mariarca. Anna e le sorelle Assunta e Pina sono a Musile, dove si sono recate immediatamente domenica mattina, mentre l'altra sorella Virginia e il fratello Antonio sono rimasti accanto a mamma Maria, che ieri mattina ha ricevuto la visita del vicesindaco Romina Stilo nella casa di via XX Settembre a Torre del Greco. Qui ci sono anche Assia e Salvatore che, fortunatamente, non hanno assistito all'atroce uxoricidio perché erano dai nonni già da giugno, dalla chiusura delle scuole. Ma ora la spensieratezza di una lunga vacanza si è tramutato in dramma: quello di una quindicenne che ha saputo tutto ed è sotto choc, e di un bambino a cui è stato detto che sua madre ha avuto un incidente, ma continua a cercarla. Sarà uno psicologo a raccontargli gradatamente tutta la verità.

«Le aveva già messo le mani addosso, persino intimorita con un coltello dice con rabbia Anna e lei non aveva mai avuto il coraggio di denunciarlo perché lui minacciava di uccidere i bambini. Cosa poteva fare, cosa può fare una mamma di fronte a una minaccia del genere? Mariarca era una persona piena di vita, sempre ottimista e propositiva, nonostante i problemi che investivano e investono la nostra famiglia, come tutte le famiglie. Noi siamo molto uniti, tutti. Ma tra me e lei c'era un feeling particolare. E lei con me non si è mai lamentata dei suoi problemi. Era partita per Venezia per offrire una vita dignitosa ai suoi figli, lontano da lui che era un fallito, un frustrato. Uno che, nonostante lei gli avesse detto più volte che era finita, che non ne voleva più sapere, continuava ad essere possessivo e geloso».

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