Tributo di folla ai funerali del sindaco di Calvizzano: «Non eri perfetto, ma sei stato grande»

Tributo di folla ai funerali del sindaco di Calvizzano: «Non eri perfetto, ma sei stato grande»
di Ferdinando Bocchetti
Venerdì 28 Luglio 2017, 13:26
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CALVIZZANO. “Non eri perfetto, ma sei stato un grande sindaco. Il sindaco della gente, che riusciva sempre a trovare il modo, la chiave, il sistema per risolvere i problemi". Sono state queste le prime parole pronunciate da don Ciro Tufo, il parroco che ha celebrato ieri i funerali del sindaco Giuseppe Salatiello, stroncato due giorni fa da un infarto all'età di 51 anni. Un'omelia che ha toccato i cuori dei familiari dell'ormai ex primo cittadino, la moglie e le due figlie, delle centinaia di persone e dei sindaci e commissari prefettizi dei comuni limitrofi che hanno gremito la chiesa di San Giacomo Apostolo. Don Ciro, con la voce rotta dal pianto, ha ricordato "il sindaco e l'amico Salatiello", snocciolando aneddoti, ricordi di una lunghissima conoscenza, trasformatasi in amicizia vera.

"Volevi che ti chiamassi Peppe - ha aggiunto il prelato - ma io ti ho sempre chiamato sindaco. Per tutti, però, eri Peppe. Bastava pronunciare il tuo nome e non c'era bisogno di aggiungere altro. Eri il sindaco per antonomasia. Con i tuoi modi, con il tuo fare spesso criticato, eppure sempre dalla parte delle gente, in mezzo alla gente. Qualcuno ha avuto da ridire sul rapporto che si era instaurato tra noi: quella sinergia di intenti, quel voler costruire qualcosa da lasciare agli altri. Che male c'è - ha sottolineato don Ciro - se un parroco e un sindaco lavorano insieme nell'interesse della comunità? Se tutto ciò è fatto per il bene di una città e senza avere alcun altro interesse?".

La commozione era palpabile nella chiesa del santo patrono, in cui ogni domenica si recava l'ex sindaco, eletto per la prima volta sindaco di Calvizzano nel lontano 1992, all'età di 25 anni. Da allora Salatiello, esponente dell'area moderata, è sempre stato presente in Consiglio comunale: in veste di primo cittadino, di presidente dell'assise e di semplice consigliere. Un sindaco osannato e criticato, furbo, astuto, ma estremamente gioviale. Per molti osservatori era la perfetta incarnazione - con i suoi pregi e i suoi difetti - del politico della Prima Repubblica.

"Quante volte mi hai detto, Peppe, con il sorriso che ti contraddistingueva: uno di questi giorni finiremo in galera - ha ricordato il parroco - Ti sentivi talvolta ostaggio della burocrazia: volevi fare di più, accontentare tutti e in qualche modo, con i tuoi guizzi, riuscivi sempre a superare le difficoltà. Grazie alla tua tenacia è stato realizzato "Il Villaggio di Dio", uno spazio per regalare sorrisi anche ai bambini più sfortunati. Negli ultimi tempi mi parlavi di Dio, di Gesù e di quella canzone, "Io sono qui", che il coro della chiesa intonava spesso e che faceva vibrare le corde del tuo cuore".

Un cuore che non ha retto al malore di due giorni fa. Salatiello si era recato in ospedale, a Giugliano, ma gli esami, i primi, erano risultati negativi. Fatale il secondo colpo, arrivato nel giro di qualche ora. Eppure qualcuno del suo entourage, seppur sotto voce, parla "di cose che non quadrano, di anomalie". Il futuro senza Salatiello? Il Comune sarà retto, fino alla primavera del 2018, dal vicesindaco Lorenzo Grasso. Per ora, tuttavia, nessuno pensa troppo al futuro del piccolo comune a nord di Napoli. Troppo forte il dolore, lo stupore per una morte improvvisa che ha lasciato di stucco un'intera comunità.
 
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