Via Petrarca, la cartolina di Napoli
sfregiata e dimenticata

Via Petrarca, la cartolina di Napoli sfregiata e dimenticata
di Valerio Esca
Giovedì 24 Agosto 2017, 14:07 - Ultimo agg. 14:15
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Via Petrarca, la strada-mito dei turisti di tutto il mondo, trasformata in una cartolina perduta, stracciata e insozzata. Anni di incuria, marciapiedi ricoperti da chiazze di pipì e bisogni dei cani, asfalto vecchio ricoperto da altro asfalto, marmi divelti e pericolosamente in bilico, corsie transennate, spazzatura, erbacce secche e ingiallite, che nascono, crescono e si inerpicano fin sopra i palazzi. Una giungla. Qualche buca qua e là, tanto per non tradire le tradizioni.

La storica e mitica via Petrarca di iconografico, oggi, non ha più nulla. Una strada lasciata morire nel degrado e nell'indifferenza generale. Una passeggiata può smentire le trombe che annunciano la città bomboniera, pulita, senza spazzatura in strada. In lungo e in largo, non c'è un angolo nascosto che si salvi dall'incuria. Le erbacce non curate accanto ai marciapiedi, a cominciare dall'inizio di via Petrarca, angolo via Orazio, rendono bene l'idea. La distesa di ciuffi selvatici è un colpo nello stomaco e il panorama alle spalle (almeno quello non cambia mai) incarna l'effetto palliativo per il dolore.

A destra e a sinistra della strada, sotto i cartelloni pubblicitari, un palcoscenico di cartacce, bottiglie di plastica, cacche di cani, un immondezzaio totalizzante. Sul manto stradale c'è un rattoppo ogni dieci metri. Avvallamenti che per le auto e i motorini diventano un «camel trophy» senza colpo ferire. Sotto villa Grimaldi una delle due corsie è rimasta chiusa dopo l'incendio del 17 luglio scorso. Ma soltanto in un tratto, dove permane il nastro rosso e bianco con le reti arancioni piantate per terra dai paletti di ferro. Proteggono gli alberi, che evidentemente a distanza di un mese e mezzo non sono ancora fuori pericolo caduta. Indeboliti dalle fiamme.

Sulla sinistra, lato belvedere, tutto bruciato: alberi, terra, rete di protezione del muretto. Quello che rimane è un'immensa prateria di cenere. All'altezza del civico 119 c'è un cartello stradale per l'attraversamento pedonale, ripiegato su se stesso, con il segnale illeggibile, quasi invisibile. Due passi più avanti l'altra metà di carreggiata chiusa. Dal lato dove si è sviluppato il grosso incendio di mezza estate. Ed anche in questo caso, nastri, reti e paletti. Sullo sfondo la casa, abusiva, rasa al suolo dalle fiamme. Sul terrazzino si scorgono ancora alcune panchine di vimini. C'è il divieto di attraversamento per i mezzi pesanti, ma non essendoci controlli si passa il tratto senza troppe difficoltà.

Qualche turista, per la verità si contano sulle dita di una mano, decide di immortalasti con un bel selfie omnicomprensivo di Vesuvio e abitazione incendiata. Più che un colpo d'occhio è un colpo nell'occhio.
Superato il serpentone, non si supera il degrado, che democraticamente abbraccia tutta via Petrarca. Una strada segnata e piegata dall'ultimo incendio al bar Miranapoli. Nei pressi del civico 79 persino il muretto di cinta a protezione della strada è oramai rialzato da terra. Sradicato dalla noia dell'abbandono. Ha ceduto tutto, pure i nastri che avrebbero dovuto impedirne l'accesso. Più avanti ci sono alcuni alberi rinchiusi in un mini-recinto. I cittadini hanno lasciato su un cartello: «Speriamo che faremo in tempo a non far eliminare anche questi(riferendosi agli arbusti) Poiché si legge ancora non sono né malati, né pericolosi per l'uomo».

Nei pressi del bar dato alle fiamme pochi giorni fa c'è una sorta di terrazzino, con affaccio sul mare. Anche in quel tratto dovrebbe essere chiaramente vietato l'accesso. Ma le barriere sono state divelte e per terra ci sono segni evidenti di brindisi felici, con bottiglie di spumante abbandonato.

A parlare con qualche residente si capisce bene che il problema non riguarda soltanto la sporcizia, il decoro urbano e l'inciviltà diffusa. Molte sono le lamentele per i pochi controlli. Il coro unanime fa più o meno così: «Ci sentiamo abbandonati in tutto». C'è paura tra i commercianti per il pericolo di subire rapine, oltre al fatto che gli affari vanno male o comunque sempre peggio. C'è terrore tra i residenti, che evitano le uscite senza auto o moto. «Camminare a piedi, soprattutto in alcune ore del pomeriggio e della sera è diventato pericolosissimo» raccontano. I pullman di turisti giapponesi, sorridenti e gaudenti, sono un ricordo lontano. Via Petrarca è diventata invivibile ed impresentabile. Un mix che non lascia alcuno spazio all'immaginazione. La cartolina di Napoli si è sbiadita nel tempo. In una via dove tutti amano guardare oltre il panorama, ma nessuno che in questi anni si sia soffermato su come via Petrarca fosse diventato un malato terminale.