Whirlpool, ora si tratta: ecco il piano della Regione Campania con l’aiuto di Invitalia

Whirlpool, ora si tratta: ecco il piano della Regione Campania con l’aiuto di Invitalia
di Nando Santonastaso
Giovedì 28 Novembre 2019, 00:00 - Ultimo agg. 16:36
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Apparentemente un nulla di fatto, nella sostanza l’avvio formale di una trattativa che in cinque mesi di fatto non c’era mai stata ma sul cui esito è a dir poco azzardato avanzare previsioni. L’incontro di ieri pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico sul futuro dello stabilimento Whirlpool di Napoli conferma in pieno la difficoltà della vertenza ma lascia aperto lo spiraglio del confronto tecnico tra azienda e sindacati. Le parti hanno infatti concordato di esaminare in appositi tavoli le ragioni che impedirebbero alla multinazionale di restare a Napoli, una prospettiva che anche ieri l’ad Luigi La Morgia ha peraltro ribadito: «Garantiremo fino a marzo come già annunciato la sostenibilità della produzione di lavatrici a Napoli ma, ad oggi, l’unica soluzione che garantirebbe l’occupazione è una riconversione», ha detto il manager.

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Si entra insomma nel merito mentre il ministro Patuanelli, che ha presieduto l’incontro, ha fissato per il 20 gennaio la riunione cosiddetta “plenaria” per esaminare con tutte le parti coinvolte l’esito dei tavoli tecnici. Un iter classico, per quanto riguarda le vertenze in sede ministeriale, che ha il pregio di “imporre” alle parti stesse di guardarsi negli occhi e di ragionare nel vivo del problema. Ma che, al tempo stesso, rappresenta una sorta di ultima spiaggia. I sindacati ne sono ben consapevoli e pur sottolineando l’importanza dell’avvio della trattativa («È sicuramente un passo in avanti anche se ancora molto piccolo dopo cinque mesi di lotta», dice Antonello Accurso, segretario regionale campano della Uilm) mettono in guardia l’interlocutore: «Se i presupposti della decisione della Whirlpool di non andare avanti unilateralmente verso la cessione del ramo d’azienda sono gli stessi con i quali è stata cercata una reindustrializzazione verso Prs (la società svizzera indicata dalla multinazionale ma finora mai presentata, ndr), allora siamo lontani dalla soluzione», dice Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl di Napoli.
Sul piano della concretezza l’unica proposta, peraltro già in parte nota, è quella rilanciata dalla Regione Campania attraverso l’assessore al Lavoro Sonia Palmeri, ancora una volta al fianco dei lavoratori di Napoli. Un contratto di programma, in sostanza, con la garanzia di Invitalia, la collaborazione di Confindustria e soprattutto il sostegno della Regione che su iniziativa del presidente De Luca ha già annunciato di voler mettere sul tavolo 20 milioni e la copertura delle eventuali esigenze di formazione del personale, per impedire che il sito di via Argine non abbia più un futuro. Ma con o senza Whirlpool? È ancora la domanda chiave della vertenza atteso che il ministero dello Sviluppo, con una nota al termine della riunione, si è limitato a ribadire che sindacati, azienda e istituzioni dovranno «trovare celermente una soluzione industriale definitiva in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento e tutelare i lavoratori attraverso gli strumenti già messi a disposizione dal governo e altri che potranno essere individuati prossimamente».
 


Dietro le dichiarazioni anche tattiche dettate dal momento (non era pensabile che al primo incontro si trovasse subito un’ipotesi di accordo), è evidente che i nodi sono venuti al pettine. D’ora in avanti si chiarirà definitivamente se e quale è lo scenario produttivo che rende impossibile l’attuazione dell’accordo dell’ottobre 2018 e del relativo piano industriale annunciato da Whirlpool e poi ritirato; si capirà se sarà necessario parlare di riconversione come unica prospettiva (la Fiom dice «no a ipotesi fasulle») e chiedere a Invitalia di iniziare la ricerca di partner affidabili per il nuovo corso dello stabilimento (difficile che si parta da Prs); se, in questo caso, si metterà mano al Contratto di programma come strumento di tutela pubblica dell’investimento e dell’intera occupazione; e ancora se un’eventuale, brusca interruzione del confronto potrà avere ripercussioni anche sugli atri siti Whirlpool in Italia atteso che, come riferito da fonti presenti all’incontro, il ministro ha ribadito che c’è «un problema di sicurezza nazionale quando un’azienda chiude e va via».
L’esito del tavolo di ieri (erano presenti numerosi lavoratori e anche delegazioni di altri siti Whirlpool in Italia, alcune come nel caso di Siena anche con rappresentanze delle amministrazioni comunali locali), verrà discusso stamane dall’assemblea dei dipendenti di Napoli. 

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