Il mestiere di giornalista nella città
imperfetta: il nuovo libro di Giaculli

Il mestiere di giornalista nella città imperfetta: il nuovo libro di Giaculli
di Francesco Romanetti
Mercoledì 23 Novembre 2016, 08:33 - Ultimo agg. 14:48
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C'è un tizio che forse sarebbe stato meglio che finisse in galera. Comunque sia è tornato a Napoli, dopo tre anni di assenza, pronto a rimettere in piedi grandiosi progetti e loschi affari. Si chiama Marchetti, avvocato Patrizio Marchetti. Poi c'è il suo socio, Arcangelo Scafuto, ingegnere, manager, traffichino, casa di lusso a Posillipo. Ha fondato una specie di partito e punta a diventare governatore della Regione. E anche di più: si sogna presidente di un Mezzogiorno secessionista. Brutti ceffi, questi due. Sono loro che vorrebbero rimettere le mani sulla città, speculando sui rifiuti, millantando avveniristici piani per il trasporto pubblico, usando tecnologia futurista e ricorrendo a intrecci truffaldini.

Ci sono loro. Però c'è anche lui: Gianluca Ogiani, giornalista del «Graffio», quotidiano napoletano. Da un bel po' di tempo Ogiani cura la messa a punto finale del giornale prima dell'invio alle rotative. Ma appena gli capita l'occasione - dopo che i droni della polizia hanno scoperto una misteriosa fabbrica clandestina nella periferia di Napoli, dove operai orientali sono costretti a turni massacranti sotto terra e a contatto con strane materie plastiche - Ogiani fiuta la notizia. Anzi, come si dice in gergo, «la notiziona». Così l'ostinato cronista - amante dei Pink Floyd, dei Deep Purple e degli Emerson Lake & Palmer - torna in pista. Riprende il taccuino e le sue maniacali 4 penne (due blu, una rossa e una nera) e si mette a caccia di una complicata «verità nuda». Insieme con un gruppo di colleghi (tra i quali la scalpitante Ninetta Imperatore, l'intrigante Marina Breganti, il mitico Fabrizio Colonne, detto SetteColonne perché capace di scavare notizie che finiscono a tutta pagina, il supertecnologico Giovanni Parascandolo) si inoltra nelle strade e nei luoghi segreti di una città in perenne tensione verso il riscatto. Ogiani è cresciuto. È diventato più riflessivo, più capace di dominare i suoi tic e le sue ansie. E ha qualche capello grigio in più.

E anche Gino Giaculli, giornalista del «Mattino», autore di L'ombra e la notte (Homo Scrivens, pagg. 230, euro 15) è cresciuto come narratore, alla sua seconda prova dopo Il mestiere di carta, dove protagonista e voce narrante era sempre il redattore del «Graffio», Gianluca Ogiani. In questo nuovo romanzo dai tratti fantapolitici e fantascientici, un sapiente avvicendarsi di capitoli compone una vicenda che si sgrana in tempi che si sovrappongono e si alternano. Qualcuno sta tentando - addirittura - di «aerizzare» i rifiuti di Napoli: spostandoli né in mare né nelle viscere della terra, ma molto più su. In cielo. Dietro l'affare c'è la V.AirSeaDream, società legata alla Metro Sky, che attraverso un visionario sistema di teleferiche senza cavi e azionate con il wi-fi, promette di eliminare il traffico dalle strade. Caspita.

Fantasia. Ma i personaggi della storia risultano concretissimi e umanissimi. I flashback che si alternano al dispiegarsi dell'inchiesta giornalistica per far luce su magagne affaristico-politiche, rinviano Ogiani a Sarajevo, nel 1996. Lì era andato da inviato del «Graffio», per scrivere sul dopoguerra in Bosnia, spedito dal buon Romano Franci, capo della redazione Esteri, che condivide con Ogiani l'incapacità di essere cinico di fronte alle infamie di un mondo da comprendere e raccontare. Quell'esperienza segna Ogiani. Un po' si innamora di Marija, che poi ritroverà a Napoli. Un po' fa i conti con se stesso. Con «stile veloce e modernissimo» - come osserva Aldo Masullo nella nota introduttiva - e non senza una certa ironia, Giaculli in L'ombra e la notte ripropone in fondo una sua duplice dichiarazione d'amore: verso una città imperfetta, che gli appartiene, e verso un mestiere che sta profondamente cambiando e che non vale più la pena di fare se si rinuncia a una cosa che si chiama passione. «Queste storie - dice ad un certo punto Ogiani - stanno quasi venendo a cercarmi». È quello che avverte chiunque non voglia rassegnarsi ad un giornalismo seduto e notarile.

Il libro di Gino Giaculli si presenta oggi al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli, in via dei Mille 60. Con l'autore intervengono il direttore del «Mattino» Alessandro Barbano, la giornalista e scrittrice Titti Marrone e l'assessore alla Cultura Nino Daniele. Modera Aldo Putignano.


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