Napoli, Architettura ricorda Riccardo Dalisi dedicandogli un'aula a Palazzo Gravina

Sarà presentato anche il volume La sedia del cece

Napoli, Architettura ricorda Riccardo Dalisi dedicandogli un'aula a Palazzo Gravina
Giovedì 18 Aprile 2024, 16:47 - Ultimo agg. 17:01
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A due anni dalla morte di Riccardo Dalisi, la facoltà di architettura della Federico II di Napoli, gli dedicherà un’aula, con targa, affinché la memoria di uno dei docenti più significativi e poliedrici che lì vi hanno insegnato, resti indelebile. La cerimonia, domani alle ore 15, sarà anche l'occasione per presentare il volume la Sedia del cece (edizioni Corrainizz). La “sedia del cece” risale ai tempi delle sue sperimentazioni a Rione Traiano -per il quale vinse uno dei due Compassi d’oro- per il Design della partecipazione; Architetto, designer e artista, all'inizio degli anni Settanta Riccardo Dalisi incoraggiava i ragazzi di strada del Rione Traiano a Napoli a progettare piccoli arredi ed elementi architettonici, utilizzando materiali semplici e di "design ultrapoverissimo” come legno, spago e fili di metallo.

La sedia del cece è l'opera di una bambina, Rosa, sulla cui interpretazione si cimentarono con disegni diversi artisti e intellettuali, tra cui Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giancarlo De Carlo, Umberto Eco, Gian Piero Frassinelli, Hans Hollein, Ugo La Pietra, Enzo Mari, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Adolfo Natalini, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Franco Raggi, Aldo Rossi, Ettore Sottsass, Andy Warhol, ecc.

Il volume, edito da Corraini (2023) raccoglie molti dei disegni realizzati dagli artisti sollecitati da Dalisi e, insieme ai testi di architetti e critici, diventa un manifesto del suo modus operandi. ed elementi architettonici, utilizzando materiali semplici e di "design ultrapoverissimo” come legno, spago e fili di metallo.

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«Riccardo è stato per me “linfa vitale” - spiega Antonella Venezia, presidente Adi (associazione per il disegno industriale) Campania - in un momento in cui l’architettura era solo cemento…privo quindi di ogni proprietà emozionale».

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