De Magistris e de Luca:
ultimo appello per il referendum

De Magistris e de Luca: ultimo appello per il referendum
di Luigi Roano e Fulvio Scarlata
Sabato 3 Dicembre 2016, 14:04
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«La scelta si fa ora, o non cambierà più niente per i prossimi 50 anni. E il Sud è il più interessato al processo di sburocratizzazione dell'Italia». «Se vince il sì si avrà tutto il potere nelle mani di un solo uomo». Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris lanciano gli ultimi slogan alla vigilia del voto. Uno da LiraTv, l'altro da radio KissKiss Napoli, cercano di convincere gli indecisi per far pendere la bilancia del referendum da un lato o dall'altro. Sapendo, entrambi, che Napoli e la Campania potrebbero essere decisive in un senso o nell'altro.

De Luca, questa volta, bada solo alla sostanza: «È semplice - dice - se volete un Paese con due Camere che fanno la stessa cosa, 950 parlamentare, 350 senatori stipendiati, lo scontro tra Stato e Regioni e le Province votate no. Con il sì cambia tutto». Neppure i 5Stelle e Di Maio riescono a smuovere il sarcasmo tagliente di De Luca. «Questa riforma non è perfetta - ribadisce - ma è stata votata sei volte in Parlamento, tre volte con il sì del centrodestra, con milioni di emendamenti». De Luca vuole dare un senso storico all'appuntamento alle urne di domani, spiegando che con il no tutto rimarrà uguale a oggi «anche perché - rilancia - non c'è proposta alternativa. Nel fronte del no c'è chi vuole il presidenzialismo, l'elezione diretta del premier o maggiore parlamentarismo. Io sono per votare sì e cambiare l'Italia senza affondare nella palude burocratica che impedisce ogni cosa. Chi è contro Renzi o lo considera antipatico può esprimere il suo voto alle elezioni politiche». Un voto che per De Luca interessa soprattutto i cittadini campani e meridionali perché «il Nord ha recuperato tutti i posti di lavoro persi dal 2008, noi siamo sotto di 500mila unità. Abbiamo bisogno di più attenzioni del Governo e più investimenti pubblici, ma se ci sarà un Governo tecnico sarà impossibile parlare di disoccupati perché non ci starebbero neppure a sentire».

Sul fronte del No de Magistris tiene banco nella città ritenuta centrale per gli esiti della disfida referendaria. Il sindaco non fa passi indietro e ribadisce i concetti espressi in questa settimana mettendoci un po' di verve in più rispetto alle ragioni del No: «Abbiamo la Carta più bella del mondo che questo sistema politico non ha mai voluto attuare, basta pensare al diritto al lavoro, l'uguaglianza e la giustizia sociale. E poi serve votare No per non dare tutto il potere in mano a una sola persona, sorretto da un Parlamento eletto con una legge dichiarata anticostituzionale. Per ridurre i costi della politica bastava dimezzare i parlamentari e con questa riforma se passa, il premier pigliatutto si potrà scegliere anche i giudici costituzionali». Un de Magistris che chiude la campagna elettorale ospite di Rosa Capuozzo - sindaco di Quarto epurata dal M5S e che su Renzi attacca: «Per me si deve andare a votare nel 2018 a scadenza naturale del mandato. L'eventuale vittoria del No non significa che Renzi debba dimettersi». Nella cittadina flegrea al convegno sul referendum hanno partecipato tra gli altri i rappresentanti dei movimenti Coraggio Quarto, Carc, Consulta dei Giovani, Collettivo Isis e Comitato Acqua e Territorio. «Con la vittoria del Sì - conclude de Magistris - la Costituzione viene svuotata dei contenuti fondamentali ed anche gli articoli fondamentali verrebbero sviliti. Basti pensare poi ad alcune leggi ultime quali il Jobs Act e l'articolo 18 dei lavoratori che hanno stravolto i vecchi principi. La vittoria del Sì costituirebbe un massacro per la nostra costituzione».