Primarie a Napoli. Seggi aperti: il centrosinistra sceglie oggi il candidato a sindaco. 2400 votanti alle ore 12 | Foto-Video

Primarie a Napoli. Seggi aperti: il centrosinistra sceglie oggi il candidato a sindaco. 2400 votanti alle ore 12 | Foto
di Paolo Mainiero
Domenica 6 Marzo 2016, 08:09 - Ultimo agg. 12:25
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Il centrosinistra sceglie oggi il candidato a sindaco. Si vota dalle 8 alle 21 in 78 seggi. Quattro gli sfidanti. Tre sono del Pd: la deputata e ex assessore della giunta Iervolino Valeria Valente, l'ex sindaco e ex presidente della Regione Antonio Bassolino, il segretario dei Giovani democratici Marco Sarracino. Il quarto è il medico Antonio Marfella per il Psi. Il meteo prevede pioggia e non è una buona notizia. In compenso il Napoli, per non disturbare, ha anticipato a ieri sera il turno di campionato. L'incognita è l'affluenza: l'obiettivo dichiarato è 60mila; 35mila sarebbe già un successo. Dunque, cinesi permettendo, verso le 23 il sindaco uscente Luigi de Magistris e Gianni Lettieri del centrodestra conosceranno il loro avversario in attesa che il M5s completi le «comunarie». E che dio ce la mandi buona perché a Napoli e dintorni quando si parla di primarie non si sa mai come va a finire. Chi vincerà? «Vinca il migliore», si limita a dire Matteo Renzi.
 



Un modo per tenersi a distanza dalla sfida, un modo per non immischiare il governo in un voto che la minoranza del Pd vorrebbe girare a una sorta di ennesima conta interna. A Napoli la campagna elettorale è partita in sordina, è iniziata all'insegna del «volemose bene», ma si è conclusa tra ombre e veleni e con la decisione di Antonio Bassolino di disertare il confronto a quattro. Bassolino fu il primo a rompere gli indugi e a scendere in campo. «Sono l'unico che può battere de Magistris», assicura e così dicendo fa già passare un messaggio chiaro: il sindaco uscente andrà al ballottaggio. Per il secondo duellante ci sarà da combattere, c'è un posto per tre e il Pd è tutt'altro che favorito. Bassolino si è buttato anima e corpo nell'arena, ha girato la città in lungo e in largo, è entrato nella case, soprattutto in quelle dei quartieri di frontiera. «Il futuro sindaco - dice - punti sulle periferie». Per ironia della sorte, il più accreditato avversario di Bassolino è una sua allieva. Valeria Valente è cresciuta alla sua ombra, fa parte di quella generazione che con Andrea Cozzolino e Antonio Marciano si è formata con l'ex sindaco e ex presidente della Regione. Oggi Marciano sostiene Bassolino, Cozzolino sta con la Valente. Con la Valente, in verità, c'è quasi tutto l'establishment del Pd, dai renziani della prima e della seconda ora ai Giovani turchi (dei quali Valeria è parte). Per molti, è lei la favorita, non fosse altro perchè potrà contare sul voto organizzato delle correnti. Bassolino lo sa, ma ne fa un punto di forza e non di debolezza. «Con me vince Napoli, non solo una corrente di partito e neanche un solo partito», fa sapere.

L'ex sindaco che prova a tornare a Palazzo San Giacomo venti anni dopo la prima volta si sforza di proporsi come il candidato della città. «Napoli - avverte - deve essere rispettata da tutti, anche dal Pd. Il candidato a sindaco non si decide a Roma ma qui». Parole che possono apparire scontate, visto che il nome sarà scelto con le primarie, ma dietro le quali si nasconde invece il timore che il voto di oggi possa essere trasformato in un congresso di partito. Da qui il riferimento al fatto che il candidato si decide a Napoli e non altrove. «È necessario che in città si torni a collaborare e non a dividere, a cucire e non a spaccare», spiega.La storia racconta che le primarie a Napoli hanno sempre provocato sconquassi e lasciato sul terreno molte scorie. Forse il timore di Bassolino nasce proprio da questi precedenti. Valeria Valente, che in questa campagna elettorale si è fatta accompagnare da big del partito come il ministro della Giustizia Andrea Orlando, vuole rappresentare l'idea di una generazione cresciuta e pronta ad assumersi le proprie responsabilità.

La Valente mette sul piatto i rapporti con Renzi e con Palazzo Chigi. «Io più di altri candidati - sostiene - posso lavorare in sinergia con il governo». Certo, è naturale che il premier-segretario, al di là del decoubertiano «vinca il migliore», parteggi per lei. Troppo ingombrante, e troppo «vecchio», Bassolino. Fosse stato per lui (Renzi), le primarie sarebbe stato anche meglio non farle ma, con l'ex sindaco lesto a candidarsi, evitarle sarebbe stato un errore. Eppure oggi la Valente, quando Bassolino dice che «si decide a Napoli e non a Roma», fa notare che se avesse voluto oggi passeremmo la domenica a giocare a burraco. «Sono d'accordo - dice - che il candidato del centrosinistra venga deciso a Napoli e infatti pur potendo, per numeri costruiti dentro il Pd, evitare le primarie abbiamo scelto di farle». Tradotto: avendo il sostegno del 60 per cento del partito, volendo, per statuto, la Valente poteva essere già da un mese il candidato del Pd e del centrosinistra. Grazie alla gentile concessione della Valeria, oggi si vota.