Primarie Napoli. Bassolino: «Spetta a chi vince andare avanti»

Primarie Napoli. Bassolino: «Spetta a chi vince andare avanti»
di Pietro Treccagnoli
Lunedì 7 Marzo 2016, 08:26
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Durante le ore convulse dello spoglio, Antonio Bassolino si era allontanato dal comitato elettorale di via Toledo per una passeggiata scaramantica che, però, non gli ha portato fortuna. «Esco, devo andare a sfrennesiare» aveva confessato ai suoi più stretti collaboratori. Un presentimento? Un rito? Di sicuro, si è risparmiato una sofferenza, perché mentre arrivavano i dati dai seggi, dopo l’euforia iniziale, l’atmosfera cominciava a farsi mesta. Quei mille e trecento voti in più per Valeria Valente in due sole sezioni di Barra e San Giovanni a Teduccio sono stati fatali all’ex-sindaco. Il recupero è stato difficile. Hanno fatto la differenza, stroncando la ridiscesa in campo dell’ex-sindaco. Quando si è presentato davanti ai microfoni si avvicinava ormai la mezzanotte di una delle giornate più lunghe della sua vita. È stato comunque accolto da una standing ovation e da cori «An-to-nio, An-to-nio». Volto segnato, poca voglia di parlare, ma per lui era impossibile sottrarsi ai microfoni. «È stato un grande bagno di democrazia» ha esordito. «Ho dato il mio contributo alla battaglia per la partecipazione, con passione e caparbietà, con tutte le mie forze. Spetta ora a chi ha prevalso il compito di andare avanti. Faccio in pubblico e in privato i miei auguri di buon lavoro alla vincitrice. Io continuerò la mia battaglia per Napoli». 
Potrebbe finire così. Con gli abbracci di chi l’ha sostenuto fin dall’inizio, i compagni ritrovati e i giovani che hanno cominciato a praticare la politica. Ha ringraziato i volontari che l’hanno aiutato: «Loro sono una risorsa per il partito e per la democrazia».

Poi viene al punto: «Mi sono candidato per ridare spazio alla politica, per sanare ferite del passato. Volevo riaprire il dibattito politico in una città e in un partito che non dava più segni di vita. Questo confronto è ripartito. Ed è stato un bene per il Pd, che avrebbe rischiato di perdere altro tempo prezioso, e per la città. Ho combattuto con passione e caparbietà». Che cosa non ha funzionato? «Il voto in alcune parti del territorio. Ma è presto per le analisi. La differenza è stata minima, appena 500 voti». Non riesce a trattenersi, l’amarezza è forte: «Bastava che qualcuno che ha raccolto le firme per la mia candidatura non cambiasse idea in 24 ore. In compenso, tante forze attive esterne al Pd si sono attivate. Ho cercato di far partecipare alle primarie più gente possibile. Purtroppo, tanti non sapevano neanche dove si votasse. È mancata una comunicazione che coinvolgesse tutta la città. Questo è il mio rammarico».
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