Video | Renzi, forum al Mattino:
referendum, non ho paura del voto
Assunzioni al Sud, sgravi al 100%

Video | Renzi, forum al Mattino: referendum, non ho paura del voto Assunzioni al Sud, sgravi al 100%
Mercoledì 26 Ottobre 2016, 13:44 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 14:02
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«Per troppi anni l'Italia ha visto l'Europa come luogo dove andare a prendere appunti o lezioni. Io non vedo una Italia che va contro: noi stiamo combattendo per l'Europa dei padri e dei figli, ma per farlo c'è bisogno di un paese forte autorevole e io penso che il sì al referendum andrà anche in questa direzione, non solo per la definizione giuridica degli articoli sulla sovranità nazionale, ma anche per il ritrovato ruolo di un Paese che potrà dire: noi le riforme le abbiamo fatte, noi siamo stati in grado di superare lo stallo di oggi, noi adesso vi spieghiamo come si fa. Smettiamo di farci dire cosa dobbiamo fare». L'Europa e l'austerity, il referendum («Non ho paura della democrazia»), ma anche Bagnoli, il Pd e il Movimento Cinque Stelle e i costi della politica. E il Sud, dove restano gli sgravi per le assunzioni al 100%. Subito dopo la firma del Patto per Napoli, il premier Matteo Renzi è al Mattino per il Forum, su temi di stretta attualità, organizzato dal direttore Alessandro Barbano con i giornalisti del quotidiano.

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Si parte dalla manovra e dalle osservazioni dell'Europa. «La nostra manovra è legittima e regolare, perché si basa sulle stesse regole e clausole che l'Europa prevede. Solo in Italia c'è così tanta attenzione alle lettere che arrivano dall'Unione», dice il premier. «Punti dolenti nella manovra non ce ne sono», ribadisce. Su una grande novità, che consiste nell'abolizione di Equitalia: «Non si devono pagare super-interessi e sanzioni con cui si è fatto cassa», in modo «vampiresco», aggiunge. Si va verso una «rivoluzione copernicana» in cui «il cittadino diventa protagonista». Ciò significa che «se paga in ritardo si becca la sanzione, ma non i super interessi da strozzino».

Altro tema, il Sud: «Ancora fa fatica, nonostante i segnali incoraggianti. Per questo, abbiamo deciso di continuare con gli incentivi pubblici per sostenere le assunzioni», dice Renzi. Decisivo è puntare sull'innovazione e l'industria 4.0: «Il Mezzogiorno ha sempre avuto caratteristiche di innovazione interessanti, che non sono state valorizzate, soprattutto per responsabilità dello Stato centrale». E qui si parla di «rivoluzione culturale», distinguendo tra «prenditore» e «imprenditore». «Stiamo lavorando per Carinaro e Whirpool».

Al tavolo anche il governatore Vincenzo De Luca: «Ci ha sfidato su Terra dei fuochi», quindi l'impegno a uscire dall'emergenza. Su De Magistris, appena salutato in prefettura con la stretta di mano attesa da tempo: «È il sindaco e quindi un nostro interlocutore. Napoli è una delle città più belle del mondo. E qui possiamo fare la metropolitana più affascinante del mondo». Peccato che passino ancora un po' pochi treni, fa notare il vicedirettore del Mattino, Federico Monga. Un tema decisivo per la città è la bonifica di Bagnoli, che si intreccia con le inchieste della Procura. «Pur nel rispetto dell'indipendenza del potere giudiziario auspico una decisione che arrivi rapida e solerte», sice in merito al dissequestro delle aree. «Prima si può entrare - aggiunge- prima si può risolvere il problema». Spazio anche alla questione delle società partecipate: «Stimiamo di passare da ottomila o poco più di mille aziende nell'arco di un anno. Questo non produrrà un risparmio di soldi per lo Stato, ma per il cittadino», precisa Renzi, spiegando che i risparmi saranno utilizzati per finanziare, tra l'altro, welfare e sanità.

Renzi glissa, invece, le domande sul Pd («Sono qui in qualità di presidente del Consiglio») e affronta il tema del referendum: «È la conclusione naturale del percorso di riforma costituzionale, che diventa realtà. Noi abbiamo fatto quello dovevamo, ossia affrontare la questione delle riforme strutturali. Sul referendum decideranno i cittadini sapendo che non si può pensare che si torni dopo due anni a fare la stessa cosa. Se si dice no alla riforma del bicameralismo paritario o alla riduzione dei costi della politica, il Paese rimane tale e quale per i prossimi anni a livello di riforme». Quanto ai sondaggi: «Il numero degli indecisi è molto alto, vuol dire che ancora tutto è da scrivere. Non si può neanche escludere una vittoria netta, può anche darsi che il distacco non sia così limitato. Io non ho paura della democrazia e del fatto che le persone scelgano». E sui giovani schierati, in maggioranza, per il no? «Un vero leader li cambia, i sondaggi. Per la mia filosofia, il futuro è un luogo bellissimo dove poter andare; mentre per quelli che hanno da rimpiangere il passato, il modo migliore è votare no; c'è una grande squadra in campo: Mario Monti, Ciriaco De Mita, Massimo D'Alema, Silvio Berlusconi».

Si parla poi dei Cinque Stelle. «Poche persone come i napoletani sanno riconoscere la "mossa"», dice ironico Renzi, a proposito delle polemiche collegate al caso di Luigi di Maio e alla riduzione dei costi della politica. «I parlamentari Movimento prendono 10mila euro al mese: il doppio del presidente del Consiglio, che ha uno stipendio di 5500 euro: posso esibire la busta paga. Io sono favorevole a dimezzare i costi. Ma se si gioca a fare i professorini, poi si vanno a vedere le carte. Votare "sì" al referendum significa anche ridurre di 500 milioni all'anno i costi della politica».

Politica estera. «Lavoriamo per un dialogo aperto con l'Europa e la Russia, che deve riconoscere, noi pensiamo, la sovranità ucraina. Noi stiamo dalla parte degli americani, crediamo che Obama sia tra quelli che hanno scritto la storia, ma contemporaneamente viviamo il nostro ruolo di nazione-ponte», dice Renzi. E, sugli arresti di oggi per gli appalti delle Grandi Opere: «Indagini relative a fatti del passato, una vicenda che comunque non conosco. Chiedo rispetto per il lavoro dei magistrati e per le persone coinvolte: mi auguro che possano avere un processo equo e rapido», puntualizza il premier. «Il punto centrale è che non sono le regole che fanno l'uomo ladro. Non è che con le nuove regole la gente smette farlo e, non è che non si fanno più eventi, perché c'è chi ruba. Questo è l'atteggiamento sbagliato che ha chiuso le porte alle Olimpiadi a Roma. Ovviamente, noi lavoriamo moltissimo per evitare tutto ciò: non a caso, il presidente dell'autorità nazionale contro la corruzione, il napoletano Raffaele Cantone, era con noi alla Casa Bianca. Un modo per dare un segnale di massima attenzione, ma i processi non si fanno sui giornali. Lo stesso presidente della Regione Campania, che è stato sotto accusa, oggi può dire di esserne uscito a testa alta». 

Infine, interviene il filosofo ed editorialista del Mattino, Biagio de Giovanni. «Una riflessione interessante e centrale», la definisce il premier, intervenendo sui temi futuro, come quello della sovranità degli Stati, temi che si intrecciano con il passato, e quindi con i padri e i valori fondatori dell'Europa.
 

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