Ricerca, scienziato napoletano premiato negli Usa

Ricerca, scienziato napoletano premiato negli Usa
Giovedì 6 Novembre 2014, 18:20 - Ultimo agg. 19:05
2 Minuti di Lettura
NAPOLI - Uno scienziato napoletano premiato negli Stati Uniti. Si tratta di Mario Ammirati, oggi direttore del dipartimento di Chirurgia Neurologica del Wexner Medical Center alla Ohio University, neurochirurgo e ricercatore medico di fama internazionale. Il riconoscimento, che porta il nome dell'anatomo patologo Giovan Giacomo Giordano, è stato consegnato a Washington Dc durante la conferenza medica sul tema “Bioinnovazione: verso nuovi traguardi medici tra Farmaceutica ed Accademia" organizzata dalla Sbarro Health Research Organization in collaborazione con la Fondazione Italo-Americana Niaf, il College di Scienze Tecnologiche della Temple University e la Fondazione Giovan Giacomo Giordano.



Ad introdurre la conferenza Antonio Giordano, presidente della SHRO e Direttore dell’Istituto Sbarro per la Ricerca sul cancro e sulla medicina molecolare del Centro di Biotecnologie dell’Università Temple di Philadelphia, PA, che ha tenuto una relazione su "Ricerca Medica e Biotecnologie". Successivamente sono intervenuti Larry Agulnick e Mario Ammirati. Il premio, consistente in una scultura originale realizzata dall'artista napoletano Lello Esposito, è stato istituito 5 anni fa in memoria del padre del professor Antonio Giordano, il professor Giovan Giacomo Giordano, stimato patologo, direttore di Anatomia Patologica della II Università di Napoli e direttore di Anatomia Patologica dell’Istituto Pascale di Napoli, che ha dedicato oltre 60 anni della sua vita alla ricerca sul cancro e alle implicazioni dell’ambiente su questa malattia.



Proprio il gruppo di ricercatori guidato da Antonio Giordano ha pubblicato in queste ore un nuovo lavoro scientifico sulla rivista Journal of Cellular Physiology, focalizzato sul cancro dello stomaco e sull’espressione della proteina pRb2/p130, clonata dallo stesso Giordano. Nello specifico, i ricercatori hanno individuato una localizzazione citoplasmatica, invece che nucleare di tale proteina, in un particolare tipo di tumore dello stomaco.



Il fatto che pRb2/p130, in tale tipo di tumore si trovi nel citoplasma e non nel nucleo, inibisce alla proteina di esplicare la sua funzione di blocco della crescita cellulare. I tumori, come è noto, sono caratterizzati da una crescita cellulare incontrollata, pertanto il loro sviluppo è favorito dalla perdita di funzione delle proteine che bloccano tale crescita.

“I risultati da noi ottenuti mostrano che la perdita di funzione della proteina pRb2/p130, già osservata in altre neoplasie, può avere un ruolo importante anche nel determinare il tumore dello stomaco. Studi futuri potrebbero chiarire se la delocalizzazione di pRb2/p130 possa risultare un fattore diagnostico per il carcinoma gastrico di istotipo diffuso”, commenta la dottoressa Letizia Cito, ricercatrice dell’Istituto Tumori di Napoli Fondazione Pascale presso il Crom di Mercogliano e primo autore del lavoro.



"Nel nostro laboratorio stiamo esplorando nuove strategie terapeutiche volte a riattivare la funzione di oncosoppressore di pRb2/p130. Questo studio contribuisce ad aggiungere gli adenocarcinomi gastrici alla lista dei tumori che potrebbero essere bersaglio di questi agenti e che stiamo sviluppando nella fase preclinica" ha concluso Giordano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA