Arte e cucina Pasquale di oggi e di sempre

Arte e cucina Pasquale di oggi e di sempre
di Salvio Parisi
Sabato 31 Marzo 2018, 12:14
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Territorio e tradizione, storia e arte, benessere naturale e artigianato, ma anche cultura moderna, new age gastronomica e giovane imprenditoria: ecco gli ingredienti precipui che qualche giorno fa hanno ricreato un felice happening vesuviano al Cieddì di Portici, tempio di poesia e degustazioni condotto da patròn Gino Olivier.
Anche e ancora l’arte aggrega: ecco come sulla tavola delle feste si pranza tra gourmet e tradizione, si declama poesia contemporanea, si brinda con le grandi catine, si raccontano i nostri luoghi e i nostri avi, si discute di natura e sostenibilità, si presentano i nuovi artigiani e i prossimi professionisti.
 
 

Pretesto? Il “pignato grasso”, ovvero uno dei più antichi testimonial della tradizione partenopea e cult del menù di Pasqua: è la minestra maritata, qui nella rivisitazione di Nunzio Spagnuolo con Luciana De Martino dell’Antica Trochlea. La cucina napoletana antica affianca l’elegante ricerca di equilibri e le odierne cotture rivedute in queste nozze di verdure & carni: torzelle, scarolelle, cavolo verza, broccoletti, cicorietta, bietola e boraggine dalle biocolure odierne incontrano corazza, gallina, osso di prosciutto, salsicce e costine di maiale. Ad attorniare questa storica pietanza: baccalà alla griglia su cremoso di pomodorino giallo “giagiù” e polvere d’olive nere vesuviane, filetto di maiale con salsa alla pizzaiola di piennolo in crosta di noci vesuviane e stracciata di latte di bufala, crostata di confettura di pellecchielle, fichi e cioccolato e per concludere una straordinaria colomba di Dario Sartarelli.
 
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