Se hai il diabete o un attacco di ipoglicemia un cane speciale lo scoprirà

Se hai il diabete o un attacco di ipoglicemia un cane speciale lo scoprirà
Mercoledì 8 Giugno 2016, 18:57 - Ultimo agg. 16 Giugno, 22:48
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I cani si sa, hanno in molte cose una marcia in più rispetto all'uomo. Ma forse non tutti sanno che si possono addestrare anche a riconoscere l’odore dell’ipoglicemia. E persino a portare al proprietario il kit d’emergenza, o magari a segnalare la situazione alla famiglia. Negli USA e nel Regno Unito i cosidetti  «DADs», diabete alert dogs, sono riconosciuti come cani di servizio, compagni preziosi per migliorare la qualità della vita.

Vari studi hanno raccolto le testimonianze dei malati di diabete - o valutato i cani addestrati - e fornito basi scientifiche a quelli che inizialmente erano solo aneddoti. Anche i cani non addestrati, infatti, si comportano in modo particolare quando il proprietario ha un calo glicemico: cercano di attirare l’attenzione abbaiando, leccando una mano e così via. Con l’addestramento - spiega il Ng - questa abilità può essere affinata e fare la differenza quando l’ipoglicemia non viene percepita. Ad esempio durante la notte o in caso di “ipoglicemia
inconsapevole”, quando i sintomi sono così attenuati che il diabetico non se ne rende conto.

In Italia i DADs non sono riconosciuti come cani di servizio, ma alcuni addestratori offrono quest’opportunità. “Mi piace l’idea di dare al cane di famiglia la possibilità di fare qualcosa di attivo per aiutare il diabetico”, racconta Daniela Cardillo di Greendogs, che dal 2015 si occupa anche di addestramento per i cani da diabete dopo una lunga formazione negli USA e nel Regno Unito.
“Si inizia con campioni di saliva o sudore, per far capire al cane qual è l’odore importante che deve imparare a riconoscere e segnalare. L’impressione, finora, è che per loro sia più facile imparare dai campioni rispetto a farlo sulla persona. Non c’è ancora un metodo standard di addestramento e ogni percorso è diverso dagli altri. Io credo che la chiave sia proprio la personalizzazione. Ogni famiglia ha le sue esigenze e abitudini così come ogni cane ha la sua individualità, il suo carattere, i suoi momenti di stanchezza. Gli obiettivi non sono sempre gli stessi e si può addestrare anche al riconoscimento dell’iperglicemia”. 

Il cane per diabetici non si sostituisce al glucometro né al monitoraggio prescritto dallo specialista, ma è prezioso proprio per la capacità di adattarsi ai bisogni della sua famiglia. Se ad esempio deve controllare un bambino piccolo verrà addestrato a segnalare l’ipoglicemia non a lui ma agli adulti presenti in casa. O ancora “molte persone usano un microinfusore con allarme per i cali glicemici notturni, ma se hanno il sonno profondo non lo sentono suonare”, racconta Cardillo, che ha addestrato un cane proprio in funzione di questo problema. Ora inizia ad abbaiare quando sente l’allarme. “Per ogni situazione si studia la strategia più efficace, come insegnargli a riconoscere ‘kit di emergenza’ come parola chiave, in modo che vada a prenderlo su richiesta”.
L’addestramento termina quando il cane segnala il 100% dei cali glicemici e se condotto in modo intensivo, con un’ora di lavoro al giorno, può essere efficace nel giro di tre mesi.
Non c'è dubbio: Fido davvero resta sempre e comunque il migliore amico dell'uomo.
 
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