Una volpe e due aquile reali trovate morte in Umbria: «Sono state avvelenate»

Orrore in Umbria, una volpe e due aquile reali trovate morte: «Sono state avvelenate»
Orrore in Umbria, una volpe e due aquile reali trovate morte: «Sono state avvelenate»
Giovedì 28 Marzo 2019, 11:46 - Ultimo agg. 12:57
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Due esemplari di aquile reali morte a terra, a pochi metri dalla carcassa di una volpe. È questo l'orrendo spettacolo che si è palesato davanti agli occhi di alcuni escursionisti di Leonessa (Rieti) che si trovavano nei pressi di Monteleone di Spoleto (Perugia). A guidare l'escursione c'era Massimiliano Ferrari del Club Alpino Italiano di Leonessa, che non ha dubbi su quanto accaduto: «C'è la mano dell'uomo, probabilmente la volpe è morta avvelenata e le due aquile si sono nutrite della carcassa».

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A La Repubblica, il 49enne Massimiliano Ferrari, guida titolata del Cai, ha raccontato: «Faccio escursioni in montagna da quando avevo appena otto mesi e non avevo mai visto niente del genere. Mi è capitato di vedere animali morti, ma per ragioni diverse, spesso vengono uccisi dopo una lotta. Una scena così, con tre animali, non mi era mai capitata: è chiaro che si tratta di un avvelenamento». Dopo l'orribile scoperta, Massimiliano Ferrari ha chiamato i carabinieri forestali di Monteleone di Spoleto, che hanno avviato le indagini. Probabilmente la volpe è morta dopo aver mangiato un boccone avvelenato e le aquile, che in questo periodo dell'anno hanno molta fame, hanno trovato il mammifero morto o in fin di vita, per poi cibarsene.

Luigi Carbonetti, presidente del Cai di Leonessa, ha spiegato che quello dei bocconi avvelenati, sui monti che interessano il confine tra Lazio e Abruzzo, è un caso molto comune: «Purtroppo può accadere che i cacciatori di tartufi li utilizzino per avvelenare i cani di chi viene da fuori: è una lotta feroce. I pastori non li metterebbero mai, non sono mica matti, rischiano che li mangino i loro cani che governano le greggi. Era probabilmente un boccone preparato per un cane e se lo è mangiato la volpe. E le aquile hanno mangiato la volpe».



Il danno per il patrimonio faunistico è incalcolabile: come spiega Carbonetti, le aquile sono molto rare (secondo il Wwf, ci sarebbero poche decine di esemplari in tutto l'Appennino centrale) e hanno un'area di caccia molto estesa, quindi potrebbero aver avuto il nido sui dirupi poco distanti. Le indagini, intanto, proseguono con gli esami dell'Istituto zooprofilattico di Perugia, che dovrà stabilire se e con quali sostanze gli animali siano stati avvelenati: «Da una prima analisi non ci sono evidenti segnali di avvelenamento, ma l'ipotesi resta probabile. Ci vorrà del tempo, perché lo spettro delle analisi copre oltre 200 sostanze tossiche. Potrebbe essersi trattato di un cocktail di veleni, ma non siamo certi al 100% che dalle analisi questo possa emergere in modo chiaro».

Le indagini potrebbero presto coinvolgere anche la Procura. Giovani Filippini, direttore dell'Istituto zooprofilattico di Perugia, ha anche rivelato le abitudini alimentari della volpe, che si trovava in avanzato stato di decomposizione rispetto alle due aquile reali: «Abbiamo trovato delle ossa nel suo stomaco, che sembra possano essere di un roditore, sicuramente non di uccelli. Ma non è detto che sia stato quello l'ultima cosa che ha ingerito».
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