Noemi, dopo il raid al murales a Napoli la fondazione Polis raddoppia l'impegno

Noemi, dopo il raid al murales a Napoli la fondazione Polis raddoppia l'impegno
Venerdì 4 Febbraio 2022, 16:46 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 19:27
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«Trasformare il buio in luce e una data orribile, in cui lo stesso concetto di innocenza è stato violato, in un rinnovamento per la città.

È quello che dal 3 maggio 2019 stiamo facendo nel segno della nostra Noemi, affrontando i molteplici scenari che mano a mano si sono parati dinanzi alla vita di questa nostra piccola figlia, sopravvissuta sì alle pallottole della camorra grazie alla grandissima professionalità dei medici del Santobono, ma comunque segnata per sempre da quel terribile agguato, sia fisicamente che psicologicamente.

Il sostegno, in primo luogo emotivo e psicologico, nel delicato decorso sanitario e in quello giudiziario, che ha visto gli autori del tragico raid di Piazza Nazionale imputati e giudicati, sono stati solo un tratto dell'adozione sociale compiuta dalla Fondazione Pol.i.s. nei confronti di Noemi e condivisa insieme alla sua famiglia. Supporto sanitario, educativo, legale, abitativo, sociale sono la sfida che stiamo portando avanti Famiglia e Fondazione.

Ma oggi la nostra azione è chiamata a fare un passo avanti.

La "profanazione" dell'effige di Noemi rappresentata nel luogo del suo ferimento non può essere sdoganata tout court come vandalismo urbano o peggio ancora come ragazzata. È la dimostrazione che il corto circuito tra simboli e valori è ormai a un punto critico. Davanti a quello che è accaduto non si può fare a meno di chiedersi, come abbiamo fatto in questi giorni, se una tale irriverenza sarebbe così facile da compiersi nei confronti dei cosiddetti altarini della camorra. Il raid compiuto ai danni della bellissima immagine di Noemi non è dissimile dalla distruzione del pannello della Fondazione Pol.i.s. raffigurante la Sala della Memoria o dalla vandalizzazione della Stele intitolata a Paolino Avella a San Sebastiano al Vesuvio, o ancora dai furti e dai danni arrecati alle tante cooperative che operano sui beni confiscati e dai colpi esplosi contro Casa Don Diana a Casal di Principe.

Questi sono tutti segnali che abbiamo il dovere di raccogliere e rilanciare con una vera e propria rivoluzione culturale. L'adozione sociale per Noemi si deve evolvere, proprio in virtù di quello che la sua giovane vita simbolizza, in "adozione culturale", un ulteriore cambio di paradigma che già la nostra Fondazione porta avanti mediante le collaborazioni con le scuole, a partire da quella con l'Istituto Miraglia, finalizzata a preservare il decoro e la dignità a Piazza Nazionale.

Una adozione che è anche rivoluzione affinché le scuole si possano fare espressione di un racconto nuovo, sostituendo quelle storie e quelle mitologie intrise di morte e sopruso sugli uomini dei clan, con le storie delle vittime innocenti della criminalità, storie belle, di vite vissute nella legalità, di amori semplici e condivisi, troncate troppo presto per violenti disegni di predominio.

Se i simboli sono fatti per significare qualcosa, il bel volto di Noemi e la sua vita ci invitano, anzi ci obbligano, ora più che mai, a questo cambio di paradigma, coscienti che solo il cambiamento culturale potrà portare al cambiamento civile.

Quel “marciume” può trasformarsi in un fiore solo e soltanto con l’impegno comune per il rispetto dell’altro, per la convivenza civile, per il bene della società.

Incrociando lo sguardo di Noemi non possiamo tirarci indietro, non possiamo non impegnarci. Il suo sguardo ci perdona, il suo sguardo ci condanna, il suo sguardo ci accarezza, il suo sguardo ci schiaffeggia, il suo sguardo ci incoraggia, il suo sguardo ci mortifica.

Il suo sguardo, proprio quello sguardo che abbiamo voluto fortemente, come Fondazione e insieme ai genitori, imprimere sulle mura vive della città, là dove tutto si è compiuto, a Piazza Nazionale. Lì abbiamo voluto che il suo sguardo fosse per sempre a dire “non mi avete spento ed io vi guardo più viva che mai: ora fatemi vedere cosa sapete fare per cambiare questa storia, perché altri bimbi non paghino l’altissimo prezzo che sono chiamata a pagare io.

Anzi facciamolo insieme, fatelo grazie a me, con me e per me”.

Enrico Tedesco

Segretario Generale Fondazione Polis


Tania Esposito

Mamma della piccola Noemi Staiano

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