Campo largo cercasi. In Basilicata l’ex premier pentastellato aveva fatto valere il suo peso, contribuendo al passo indietro di Angelo Chiorazzo e alla successiva convergenza di M5s, Pd, Avs e +Europa sul primario Domenico Lacerenza: un nome che potrebbe sparire con la stessa velocità con cui è comparso. A solo due giorni dalla sua designazione come candidato civico del campo largo di centrosinistra, il dottore oculista, barlettano di origine e venosino di adozione, sarebbe già pronto ad essere messa da parte.
Campo largo, tensione in coalizione
Inutile dire come adesso la tensione all’interno della coalizione che andrà a sfidare Vito Bardi alle urne i prossimi 21 e 22 aprile è alle stelle.
Il campo largo in affanno
Una prima immagine di questa rinata alleanza forse si era intravista in Sardegna dove l’entusiasmo con cui Alessandra Todde ha vinto le elezioni ha anche fatto pensare che si trattasse di un esperimento esportabile al di là dell’isola, sensazione durata poco. L’Abruzzo e la vittoria di Marco Marsilio hanno infranto i sogni di gloria di Conte e Schlein costringendoli a tornare con i piedi per terra, dando l’impressione ora, a metà di questo 2024 elettorale, che il campo largo fatichi a decollare. Ora tocca alla Basilicata e dopo, la vera prova del nove, il Piemonte. Ma andiamo con ordine. Scelta non condivisa, per usare un eufemismo, da Carlo Calenda leader di Azione, che è partito all’attacco: "Con somma gioia Conte rivendica di aver imposto al Pd un veto su Azione. Bene. Il dato positivo è che la 'sinistra' ha scelto finalmente il suo campo e il suo leader. Non è il nostro. Auguri". In termini teorici, per Schelin e Conte questa situazione non è soltanto il risultato (mancato) di quello che sarebbe potuto essere il campo larghissimo con cui presentarsi anche alle prossime elezioni regionali, ma significa anche, in termini pratici, rinunciare ai consensi di Marcello Pittella, ex presidente della Basilicata e principale referente del partito calendiano in regione. Alle scorse politiche Azione, con Pittella candidato, ha raccolto circa il 10 per cento. Consensi da verificare oggi, ma che in ogni caso saranno dirottati altrove, con la reale possibilità che finiscano al candidato di centrodestra Vito Bardi. "Un moderato europeista, un uomo delle istituzioni, non come Paolo Truzzu", ha ricordato Calenda. Uno schema a cui il leader centrista potrebbe ricorrere anche in Piemonte dove, non è un mistero, le interlocuzioni con il forzista Alberto Cirio, governatore uscente e ricandidato, sono già avviate. Insomma una partita in parte già in salita per i due alleati Pd e M5s che adesso possono contare su un avversario in più che potrebbe decidere di appoggiare proprio il centrodestra, per loro la prospettiva peggiore. Senza dimenticare che il reale gradimento del forse nuovo candidato in Basilicata (alla sua prima esperienza politica) è ancora tutto da scoprire.