Francia, suicida in carcere l'uomo che a giugno
decapitò il suo datore di lavoro dopo un litigio

Francia, suicida in carcere l'uomo che a giugno decapitò il suo datore di lavoro dopo un litigio
Mercoledì 23 Dicembre 2015, 14:49 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 11:30
2 Minuti di Lettura
LIONE -​ Si è suicidato nella sua cella del carcere di Fleury-Mérogis, nella regione francese dell'Île-de-France, Yassin Salhi, l'uomo che lo scorso giugno aveva decapitato il suo datore di lavoro e attaccato un impianto di gas a Saint-Quentin-Fallavier, a una trentina di chilometri da Lione.

Il detenuto, che non era stato segnalato come possibile suicida, è morto ieri sera alle 21.15 impiccandosi con le lenzuola appese alle inferriate della finestra. Il 35enne autista per una società di spedizioni era stato incarcerato a fine giugno dopo l'incriminazione per omicidio, sequestro di persona, danni a beni privati e violenze volontarie.

A differenza dei jihadisti che hanno colpito di Parigi nel mese di novembre, Salhi ha sempre contestato il movente islamista delle sue azioni, sostenendo di avere ucciso il suo datore di lavoro a causa di un litigio.

Secondo gli inquirenti, tuttavia, la matrice islamica è una pista valida per l'attentato, avvenuto 5 mesi dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo, in cui uccise il suo datore di lavoro, Hervé Cornara. In particolare le modalità in cui è stato commesso l'attacco per il procuratore della Repubblica di Parigi, Francois Molins, corrispondevano «esattamente alle parole d'ordine dello Stato islamico».

Salhi, infatti, dopo aver ucciso Cornara, lo aveva decapitato e aveva infilzato la sua testa in una recinzione all'ingresso dello stabilimento di gas industriale Air Products con accanto una bandiera dell'Isis. Quindi, dopo aver scattato delle foto che aveva inviato ad un amico che era andato a combattere in Siria, si era lanciato con la sua auto al grido di «Allah Akbar» contro bombole di gas dell'impianto provocando un'esplosione in cui rimasero ferite due persone.

L'uomo, che era noto ai servizi francesi per le sue frequentazioni di ambienti radicali, aveva confessato l'omicidio e la decapitazione, sostenendo però di non essere un terrorista ma di avere ucciso l'imprenditore per ragioni personali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA