Chiara, la perizia inchioda il fidanzato: «Nessuna infermità mentale»

Chiara, la perizia inchioda il fidanzato: «Nessuna infermità mentale»
di Raffaella Troili
Giovedì 11 Dicembre 2014, 05:57 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 09:43
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Lei è ridotta in stato vegetativo, lui Maurizio Falcioni, «è da ritenersi capace di intendere e di volere». Soprattutto lo era quando la massacrò senza motivo.

Questi i risultati della perizia, così Fabrizio Iecher, psichiatra e criminologo, conclude l'analisi affidatagli dal Gup Giacomo Ebner, nell'ambito del rito abbreviato che sarà definito il prossimo 19 dicembre. Nessuna infermità di mente, il 35enne romano arrestato lo scorso 4 febbraio dopo aver massacrato di botte a Casal Bernocchi la fidanzata 19enne, Chiara Insidioso Monda, è pienamente capace di intendere. La ragazza, pochi giorni fa, dopo 10 mesi di coma, è stata trasferita dal San Camillo all'unità di risveglio della clinica Santa Lucia.

Falcioni è accusato di maltrattamenti aggravati e tentato omicidio aggravato: di aver sottoposto Chiara, sua fidanzata-convivente, a comportamenti aggressivi e minacciosi, spesso tenuti sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, e di aver tenuto la ragazza in uno stato di totale isolamento e soggezione psicologica; ma anche di aver ripetutamente e violentemente colpito - al volto e al capo - con pugni e calci la fidanzata, il 3 febbraio scorso, per futili motivi (per l'accusa, gelosia).

L'effetto di questa violenza furono danni enormi per Chiara, che non è più in pericolo di vita ma nemmeno è tornata a vivere. Il suo stato è considerato di minima coscienza, la ripresa se avverrà, sarà lunga e lenta, ma potrebbero anche esserci peggioramenti.

Per il perito del giudice, Falcioni «è affetto da disturbo antisociale di personalità in soggetto con pregressi poliabusi di sostanze».

NESSUNA MALATTIA

In sostanza, l'uomo presenta «disarmonie della personalità, alterazioni di tipo caratteriale legate alla sua indole, tali comunque da non rientrare nel concetto di infermità mentale». La condizione psichica di Falcioni «alla luce della storia clinica - scrive il perito - delle risultanze delle indagini psicodiagnostiche, delle modalità che hanno preceduto, accompagnato e seguito il reato del 3 febbraio, non risulta qualitativamente e quantitativamente sufficiente per conferire valore di malattia al delitto commesso, non presentando detta condizione connotazioni di intensità e gravità tali da pregiudicare totalmente o grandemente le sue capacità intellettive e volitive».

Il 19 dicembre prossimo nel corso dell'udienza preliminare davanti al giudice Ebner le conclusioni peritali saranno discusse e a quel punto il gup potrà pronunciarsi su quanto contestato a Falcioni.

«Ora c'è la possibilità che quel giorno ci sia una sentenza giusta, una pena esemplare - il commento di Massimo, il padre di Chiara - per chi ha lasciato una persona per sempre in questo stato: mia figlia vive una non vita, e quell'uomo è giusto che paghi, è un pericolo per la società».

Massimo Insidioso Monda è al capezzale di sua figlia, alla Santa Lucia. Non commenta la perizia, «non avevo dubbi, lo conosco quello lì, c'è poco da commentare, anche perché è indelicato entrare nel merito».

«PRIGIONIERA DEL CORPO»

Ma racconta: «Non c'è ancora nessun passo avanti, continuo a vedere Chiara assente, non dà segni di coscienza, mia figlia non c'è proprio, muove solo gli occhi e prego che non capisca, perché essere prigioniera del proprio corpo deve essere una cosa tremenda».

A chi ha enfatizzato l'uscita dal reparto di Terapia intensiva del San Camillo, il padre di Chiara ricorda: «Per un padre vedere la figlia così non si può chiamare miracolo. Rimarrà invalida al cento per cento e non è che un giorno si rimetterà in piedi. Le strade sono due: se reagisce, se c'è un piccolo segnale, continuerà il percorso qui, altrimenti se non dovesse rispondere alle sollecitazioni finirà in una clinica bianca, di lungodegenza o a casa assistita. Chiedo almeno giustizia».