Enologo morto annegato nel vino, si era gettato nella cisterna per salvare un collega caduto

Marco Bettollini, enologo di Bassano del Grappa, è rimasto intossicato dalle esalazioni e da quella cisterna non è più uscito

Enologo morto annegato nel vino, si era gettato nella cisterna per salvare un collega caduto
Venerdì 15 Settembre 2023, 10:02 - Ultimo agg. 16 Settembre, 09:48
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Terribile incidente nella cantina Ca' di Rajo di via del Carmine in zona Rai a San Polo di Piave. Nel primo pomeriggio di ieri, intorno alle 14, Marco Bettollini, enologo di Bassano del Grappa, è morto per salvare un collega, P.A., 31enne di Cordignano che versa in gravissime condizioni in ospedale.

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Il 31enne è caduto in una cisterna con autoclave, una vasca a rischio esalazioni: Bettollini per salvarlo è rimasto intossicato e da quella cisterna non è più uscito. 

Tragedia sul lavoro

I due stavano pulendo un silos quando sono stati colti improvvisamente da un malore a causa dei fumi contenuti al suo interno. Ad entrare nella cisterna, inizialmente sarebbe stato il 31enne. Bettollini non vedendolo uscire, è entrato dentro per controllare se ci fosse qualcosa che non andava. Pare che i due siano entrati nella cisterna senza il respiratore e di conseguenza, avrebbero respirato esalazioni gassore che questa conteneva. Bettollini è riuscito a portare fuori il collega ma il gas per lui è stato fatale. Si è sentito male ed è svenuto, annegando nel vino sul fondo della cisterna. Immediata la chiamata ai soccorsi. Sul posto i sanitari del Suem con elisoccorso e ambulanze, due squadre di vigili del fuoco da Motta di Livenza e Conegliano che hanno recuperato i due operai, i Carabinieri e lo Spisal. «Siamo stravolti dal dolore, per noi sono due fratelli, due figli - ha detto scosso Simone Cecchetto a nome della sua famiglia, titolare di Ca' di Rajo - I miei pensieri vanno solo a questi due ragazzi, che sono cresciuti con noi, e alle loro famiglie.

Preghiamo perché il ragazzo rimasto ferito si riprenda il prima possibile».

 

La posizione dei sindacati

«L’apertura della vendemmia, un momento tanto atteso per l’annata vinicola e per l’economia della nostra regione, oggi invece si è trasformato in una tragedia. In attesa che la dinamica di questo evento gravissimo venga chiarita, la UIL Veneto non può che intervenire manifestando una grande preoccupazione per l’escalation di incidenti, anche mortali, che stanno interessando quasi ogni giorno il territorio veneto. Come ho detto in occasione della recente morte nel padovano, lo ripeto ora con maggior forza: dobbiamo, con urgenza, riunire il tavolo per rivedere e tenere vivo il protocollo di sicurezza. Basta aspettare, non si può stare fermi». Con queste parole interviene sull'incidente di oggi pomeriggio il segretario generale della UIL Veneto Roberto Toigo che, «coglie anche l’occasione per esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia della vittima e l’augurio di una pronta guarigione all’operaio che è rimasto ferito».

«Non basta neppure l’appello del Presidente della Repubblica a spingere a fare di più per la sicurezza, per fermare questa strage quotidiana di morti sul lavoro. Troppa superficialità e poca formazione rimangono ancora concause che spengono vite umane di padri di famiglia e di giovani che trovano la morte sul posto di lavoro». Queste le parole di Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso. «Le dinamiche e soprattutto le responsabilità di questa tragedia verranno chiarite dalla magistratura - prosegue Paglini -, certo è che non si può non chiedersi se i due lavoratori fossero dotati di dispositivi di protezione individuali e, in caso affermativo, se fossero funzionanti». 

«Non solo - aggiunge Andrea Meneghel, segretario generale della Fai Cisl Belluno Treviso, la Federazione dell’agricoltura -: bisognerà appurare anche se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza e se i lavoratori coinvolti nell’incidente avessero fatto la necessaria e obbligatoria formazione prima di iniziare a lavorare. Quello del vitivinicolo - prosegue Meneghel - è un settore molto parcellizzato, difficilmente raggiungibile a livello sindacale e spesso con scarsa sensibilità riguardo alla formazione sulla sicurezza. Se poi si trattasse di lavoratori stagionali, il fatto sarebbe ancora più grave, perché spesso per questa categoria la formazione viene del tutto tralasciata. La Fai, attraverso la contrattazione territoriale in agricoltura, da anni si batte affinchè vengano inserite le figure dei rappresentanti per la sicurezza territoriale, con il compito e l’obiettivo di fare la formazione specifica nelle aziende; una proposta che non risolverà del tutto il problema, ma che potrebbe essere utile a prevenire situazioni di rischio, perché è evidente che il problema riguarda la prevenzione e la formazione dei lavoratori e delle stesse aziende che tendono a considerarla ancora un costo e non un investimento necessario per salvare vite umane».

Luca Zaia

«Una tragedia immane, un incredibile accanimento del destino. Mentre davamo l’addio a Giorgio Cecchetto, nell’azienda di un suo congiunto si è consumato un nuovo dramma. Sono addolorato e vicino alle famiglie dell’operaio deceduto e di quello che speriamo tutti possa riprendersi dopo il ricovero in ospedale. É una giornata dolorosissima, che ricorderemo a lungo». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Carabinieri e tecnici dello Spisal cercheranno di dare una risposta sulle modalità di questo dramma, ma nessuno di noi troverà mai una risposta alla domanda che tutti ci facciamo: perché? Perché proprio oggi? Perché tanto dolore a chi non lo meritava di certo? Esprimo il mio più profondo cordoglio alle famiglie travolte da questa tragedia e a tutti coloro che hanno amato e conosciuto la vittima e che ora stanno in ansia per il collega ricoverato».

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