Leonarda Aula, nobildonna ingannata e circuita: 40enne si fa nominare unico erede del suo immenso patrimonio (e del cognome)

Antonio Spoto è stato rinviato a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace. La denuncia dei familiari dopo il decesso della donna avvenuto il 25 ottobre del 2020. La Dia ha bloccato e sequestrato i beni

Leonarda Aula, nobildonna sedotta e raggirata: 40enne le ruba il patrimonio da 5 milioni di euro (e il cognome)
Leonarda Aula, nobildonna sedotta e raggirata: 40enne le ruba il patrimonio da 5 milioni di euro (e il cognome)
di Alessia Perreca
Venerdì 11 Agosto 2023, 16:40 - Ultimo agg. 19:11
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Si erano conosciuti “casualmente” all’interno di un bar alla fine del 2018: lei, Leonarda Aula, classe 1940 discendente da una famiglia di nobili siciliani, vedova dagli anni Novanta e senza figli. Lui, Antonio Spoto, di quarant’anni più giovane di lei, stava depredando e rubando l’immenso patrimonio della signora: polizze assicurative, cassette di sicurezza, conti correnti da milioni di euro, appartamenti in Sicilia e anche il cognome della nobildonna. Secondo le indagini e verifiche condotte dalla Procura di Palermo - dopo la denuncia dei familiari della donna deceduta (per cause non completamente chiarite) nell’Ottobre del 2020 - Spoto si sarebbe approfittato della vittima, dei suoi possedimenti gestendoli a proprio piacimento e avrebbe minato la sua lucidità condizionando in maniera netta le decisioni della donna. 

Il testamento

Si era fatto quindi nominare erede universale dei beni di Leonarda Aula e con un testamento olografo avrebbe ricevuto in donazione il suo cognome. Per questi motivi Spoto è stato rinviato a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace. L'udienza preliminare è prevista per il prossimo 17 gennaio (2024, ndc). I beni "ereditati" dall'uomo sono stati sequestrati per ben due volte dalla Dia: prima nel 2021 (cassette di sicurezza, immobili e conti correnti ancora intestati alla donna, ndr) e poi nel giugno del 2022 dopo che Spoto avrebbe tentato di portare l’altra parte del patrimonio all’estero, in Repubblica Ceca. Ma è stato fermato dopo una segnalazione dell’Ufficio Informazioni Finanziarie di Bankitalia.

Cosa è successo

Un piano probabilmente architettato a tavolino: conquistare la fiducia della donna e diventare erede del suo tesoretto. Leonarda Aula e Antonio Spoto si sono incontrati all’interno di un bar. Lei, una vita vissuta sicuramente nel lusso, ma rimasta sola, vedova e senza alcuna prole. Spoto, disoccupato, aveva fatto breccia nel cuore della donna, ma di impegnarsi seriamente in una relazione non ne aveva alcun interesse. L’unico obiettivo erano le cifre con tanti zeri, gli appartamenti, le cassette di sicurezza contenenti i gioielli e il cognome della donna. Un inganno ben strutturato, ma interrotto dalla denuncia dei familiari di Leonarda Aula che hanno fatto scattare l’inchiesta e l’accusa nei confronti di Spoto per circonvenzione di incapace.

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Stando a quanto riportato negli atti, la donna, alla fine del 2018 viveva ancora nella Capitale dove, spesso, si vedeva insieme ai suoi familiari, ma alla soglia del compimento dell’ottantesimo anno di età decide di vendere la casa romana e trasferirsi a Palermo, in Sicilia, dove acquisterà un appartamento (in via Principe di Belmonte e intestato attualmente a Spoto, ndc) di 400 metri quadrati e morirà - in pieno lockdown - ma per cause ancora tutte da spiegare. L’uomo sarebbe entrato a far parte della vita della nobildonna qualche anno prima della sua scomparsa. In molti temevano questa "relazione" ed erano fortemente preoccupati per la donna. Spoto veniva sempre presentato come un lontano nipote del marito defunto, ma il rapporto camminava su unica direzione: lei aspirava ad una convivenza stabile - tanto da confidare a un amico di un presunto bacio tra i due -  mentre lui mirava solo ed esclusivamente all’adozione. Dopo il trasferimento nel capoluogo siciliano, i rapporti tra la donna e i parenti romani erano sempre più saltuari, complice l’impennata di contagi dovuti al Covid.

Ma a far “trasformare” la storia in un cold case è la morte della donna avvenuta a Palermo, il 25 ottobre del 2020, in circostanze non del tutto limpide. La notizia del decesso dell'anziana arriva come un fulmine a ciel sereno per i cugini romani. A tal punto che decidono di andare fino in fondo a tutta la vicenda e indagare sulle cause della scomparsa. In particolare, sulla natura vera del rapporto con Spoto.  A partire da un testamento olografo redatto dalla donna nel 2019, ma con l’intenzione di limarlo e modificarne le condizioni.

Il sequestro dei beni

Nel documento sottoscritto da Leonarda Aula nell’agosto del 2019 e nel «suo pieno possesso delle facoltà» la donna sottoscriveva la donazione del suo cognome e intestava tutti i suoi beni ad Antonio Spoto, l’uomo con cui aveva iniziato una assidua frequentazione. Ma pochi giorni prima della sua morte, l’anziana nobile aveva manifestato a un confidente l’intento di limare il precedente testamento e stilarne uno nuovo dinnanzi ad un notaio che sarebbe dove andare a casa della signora perché aveva difficoltà nel muoversi. Nessuno era conoscenza del nuovo contenuto e nemmeno l’intenzione di donare il proprio cognome a Spoto. Aula - stando al racconto di diversi testimoni - era affetta da alcune patologie croniche e da un quadro psichico instabile connotato da una grande preoccupazione in quanto priva di eredi “naturali” e titolare di un patrimonio del valore di diversi milioni di euro.  Secondo la procura di Palermo che ha avviato le indagini, l’unica certezza è che la donna sia stata vittima di un raggiro. L’uomo avrebbe infatti giocato con lo stato di ingenuità e con il senso di solitudine della donna per impossessarsi del capitale. Tre giorni dopo la morte della signora - il 28 ottobre del 2020 - Spoto  per essere sicuro che nessuno avrebbe “interferito” con la sua eredità milionaria,  consegna al portiere del palazzo di via Principe di Belmonte - a Palermo - una lista di soggetti “sgraditi” in cui figuravano i nomi di coloro che non avrebbero potuto accedere presso la "sua" lussuosa abitazione. Tra questi, i parenti romani, gli amici e un medico della donna. Una familiare avrebbe confessato ai militari che la donna - stando a quanto le avrebbe racconto al telefono il "toy boy" - sarebbe deceduta per un abuso di farmaci e che lo stesso Spoto era in possesso di un testamento che avrebbe aperto nei giorni successivi di fronte ad alcuni testimoni.  

Le indagini

Una storia che non ha convinto i parenti della defunta che - rappresentati dall'avvocato penalista romano Luigi Annunziata - hanno aperto una vera e propria battaglia legale contro Antonio Spoto. Tre giorni dopo la morte di Leonarda Aula, l'uomo diventa milionario. Ma secondo la famiglia della vittima, la donna sarebbe stata circuita. Dello stesso parere anche la procura di Roma che, a novembre del 2021, ha disposto un primo sequestro di beni. Nel 2022, una segnalazione dell’Ufficio Informazioni Finanziarie di Bankitalia blocca nuovamente l’uomo mentre tenta di trasferire due bonifici in un conto corrente nella Repubblica Ceca. Il Pubblico Ministero sequestra gli altri soldi. Ora resta da capire cosa fosse custodito nelle cassette di sicurezza di due istituti di credito romani e far luce - definitivamente - sulle cause della morte della nobildonna. 

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