Alemanno si autosospende da incarichi in FdI: «Dimostrerò la mia estraneità ai fatti»

Alemanno si autosospende da incarichi in FdI: «Dimostrerò la mia estraneità ai fatti»
Mercoledì 3 Dicembre 2014, 13:53 - Ultimo agg. 17:18
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«Cara Giorgia, ti comunico la mia irrevocabile decisione di autosospendermi da tutti gli organi del Partito, fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita».

Lo scrive Gianni Alemanno in una lettera inviata oggi al Presidente di Fdi Giorgia Meloni.



«Cara Giorgia - prosegue Alemanno nella lettera - ti ringrazio per la solidarietà e la fiducia che tu e altri esponenti di vertice del partito avete espresso pubblicamente nei miei confronti. Queste dichiarazioni si uniscono ai messaggi di tantissimi militanti e semplici cittadini che mi sono stati vicini in un momento così difficile per il mio percorso politico e personale. In questo momento il mio impegno principale non può non essere quello di capire realmente la portata di questa inchiesta e di dimostrare in maniera chiara e puntuale, in tutte le sedi, la mia estraneità agli addebiti che mi vengono mossi».



«Nello stesso tempo - scrive ancora Alemanno - mi rendo conto della necessità di evitare facili strumentalizzazioni che potrebbero usare queste vicende per attaccare l'immagine di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, che evidentemente nulla c'entra con tutto ciò.




La risposta di Giorgia Meloni. «Caro Gianni, prendo atto della decisione di autosospenderti da tutti gli organi di FdI-An. Oltre ad essere apprezzabile, questa scelta dimostra un grande senso di responsabilità e una piena coerenza con le posizioni che FdI-An ha sempre portato avanti sul tema dell'onesta e della trasparenza in politica sino a indicare nello statuto per primi e per dare l'esempio l'incandidabilità di condannati in primo grado. Ti conosco e so che la lotta alla mafia e alla criminalità sono valori che fanno parte della tua visione del mondo e per questo sono certa che saprai dimostrare la tua estraneità ai fatti che oggi ti vengono attribuiti.



Ma la portata di questa inchiesta che si sta abbattendo come uno tzunami su Roma e sul Lazio lede l'onorabilità e la moralità non solo di ogni singola persona coinvolta ma anche di tutte le istituzioni, le amministrazioni, i partiti, le organizzazioni di cui questi fanno parte. Per questo auspico che tutti facciano un passo indietro come tu hai scelto di fare oggi per potersi difendere nelle sedi opportune. Per quanto mi riguarda confido nella giustizia e spero che si possa fare chiarezza nel più breve tempo possibile e spero che se esistono dei colpevoli questi siano puniti severamente e senza sconti, perché in gioco non c'è solo la credibilità personale ma delle istituzioni e amministrazioni che questi rappresentano».



Così, riferisce una nota, il presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni risponde alla lettera inviatale da Gianni Alemanno nella quale l'ex sindaco di Roma annuncia la decisione di autosospendersi da tutti gli incarichi di FdI-An.




Alla Fondazione Nuova Italia almeno 40 milioni dalla "cupola" di Carminati. La Fondazione Nuova Italia, il cui presidente è Gianni Alemanno, ha ricevuto dalla cupola affaristica gestita dall'ex terrorista nero Massimo Carminati «finanziamenti non inferiori ai 40 mila euro».



La cifra compare nelle carte dell'inchiesta che ieri ha portato all'arresto di 37 persone. Nei decreti di sequestro eseguiti dalla Guardia di Finanzia viene descritto, in particolare, il ruolo di Franco Panzironi, ex ad di Ama, tra i soci fondatori di Nuova Italia e finito ieri in carcere. In cambio del suo intervento sugli «organi del Comune e di Ama per lo sblocco di crediti», il clan garantiva a Panzironi, tra il 2008 e il 2013, uno stipendio mensile da 15 mila euro e una somma pari a «120 mila euro (il 2,5% del valore di un appalto assegnato all'Ama non ancora specificamente individuato)». Tra i «benefit» che il clan garantiva a Panzironi c'era anche «la rasatura del prato di zone di sua proprietà».
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