Le mani le ha allungate in aula, sugli alunni della sua classe. Solo con i maschi. Tutti minorenni. In alcuni casi durante una verifica o un’interrogazione, in altri casi durante le esercitazioni in laboratorio o nel corso della correzione di un compito. Ed è per questo che un professore di chimica 42enne (natali siciliani, ma cresciuto poi in Calabria), mercoledì scorso è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Cinque i casi finora accertati e tutti a danno di ragazzi fra i 14 e i 16 anni. L’insegnante, di ruolo in un istituto professionale a Sud della Capitale, era stato denunciato lo scorso ottobre. Il genitore di uno dei suoi alunni, raccogliendo la confessione del figlio, si era rivolto ai carabinieri e da qui sono partite le indagini. A seguito di una contestuale perquisizione domiciliare a carico dell’indagato, che ha permesso ai militari del Nucleo investigativo di via In Selci di recuperare materiale pedopornografico, con la collaborazione del preside e dei vertici dell’ufficio scolastico regionale del Lazio, nell’istituto sono state disposte delle videocamere.
Roma, professore palpeggia studenti minorenni in classe in un liceo: ora è agli arresti domiciliari
Le indagini
E dalle immagini raccolte nei mesi successivi alla prima denuncia il quadro probatorio è andato via via rafforzandosi.
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I racconti
Le mani addosso ai ragazzi, stando al quadro accusatorio, le avrebbe continuate a mettere sempre e solo all’interno dell’orario scolastico, durante il servizio. Non ci sono elementi aggiuntivi come messaggi, telefonate o appuntamenti richiesti e ottenuti fuori dall’istituto. Le molestie avvenivano soltanto a scuola. Un sorriso, una parola gentile, il complimento sul buon compito svolto e la mano sulle parti intime degli studenti. Domani il professore verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Mara Mattioli. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione, con la notifica dell’ordinanza di arresto, è stato allertato di modo che possa decidere se adottare dei provvedimenti disciplinari nei confronti del docente (che attualmente insegna ancora in quell’istituto).
Il precedente
Il caso di Roma segue, a distanza di pochi giorni, un’altra vicenda analoga consumatasi in un istituto scolastico di Ravenna. Anche qui a finire ai domiciliari è stato un professore ultracinquantenne con l’accusa di violenza sessuale sempre ai danni di un’alunna minorenne. Analoghe le tempistiche: anche a Ravenna gli abusi sarebbero iniziati nei mesi scorsi ma con modalità diverse. In questo caso la vittima è solo una, avrebbe iniziato prima a ricevere complimenti, poi messaggi e infine regali. In altre occasioni ci sarebbero state molestie sessuali: almeno tre gli episodi contestati. La studentessa alla fine non ce l'ha più fatta e ha deciso di confidarsi con la madre, per spiegarle come mai non volesse più andare a scuola. A quel punto sono scattate le indagini della Squadra Mobile.