Sono passate da poco le 22 quando davanti al ristorante-rifugio Aquila di Giaveno, sede degli Hell's Angels, si presentano due giovani a bordo di un Fiat Doblò. Fa freddo e il piazzale è coperto dalla neve e dal ghiaccio, su cui iniziano a cimentarsi in sgommate e sbandate. Proprio quelle manovre da 'Fast and furious' devono aver fatto scattare il rimprovero dei bikers che ha alimentato il desiderio di vendetta dei giovani. Solo che questa volta non si è trattato della finzione di un film. Tornati a casa, i due hanno fatto ritorno accompagnati dal padre di uno di loro impugnando una Glock calibro 40 e un revolver Smith & Wesson. Sette i proiettili esplosi in aria, forse a scopo intimidatorio. Uno ha però colpito alla fronte A.G., 46enne, ora in prognosi riservata.
Le pistole sono state sequestrate dai carabinieri di Rivoli e del nucleo investigativo del Comando provinciale di Torino, insieme alle due auto degli aggressori, una delle quali ha investito un secondo bikers, ricoverato in codice giallo all' ospedale di Rivoli.
Dopo la fuga, padre, figlio e nipote - anche loro italiani - sono stati identificati e fermati a poche ore dall'agguato. tentato omicidio, lesioni personali aggravate e porto abusivo d'armi le gravi accuse nei loro confronti. Gli investigatori attraverso le testimonianze raccolte dovranno ora ricostruire l'esatta dinamica dei fatti e stabilire con certezza i motivi che hanno causato tanta violenza. Di certo, al momento, c'è soltanto che un uomo lotta tra la vita e la morte in ospedale, un proiettile nel cervello che rischia di compromettere seriamente le sue funzioni vitali anche in caso di sopravvivenza.