Strage Gargano, il repulisti continua. Nuovi arresti: trovati ordigni, armi e droga

Strage Gargano, il repulisti continua. Nuovi arresti: trovati ordigni, armi e droga
di Luisa Amenduni
Lunedì 14 Agosto 2017, 18:38 - Ultimo agg. 15 Agosto, 11:32
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In un garage, a Lesina, hanno trovato ordigni costruiti artigianalmente, armi, pettorine dei carabinieri e palette in uso alle forze dell'ordine e anche involucri contenenti cocaina e marijuana. In un terreno, attiguo ad una masseria, a Vieste, hanno trovato un fucile del 1995 perfettamente conservato e pronto a sparare, con due pallettoni già inseriti in canna. Sono i risultati dell'incessante attività svolta sul Gargano dai Carabinieri del Comando provinciale di Foggia che stanno lavorando in collaborazione con i Cacciatori di Calabria che recentemente sono stati inviati come rinforzo sul territorio dopo l'agguato avvenuto il 9 agosto scorso a San Marco in Lamis in cui sono morte quattro persone e dopo i numerosi gravi fatti di sangue che si sono verificati in provincia nell'ambito di una feroce guerra tra clan rivali.

Il proprietario del garage in via Pineta, a Lesina, un ristoratore di 39 anni, Luigi Di Palma, con precedenti penali, è stato arrestato. L'uomo che aveva in uso il terreno dove è stato trovato il fucile, a Vieste, è stato sottoposto a fermo, in attesa di convalida dell'arresto. Si tratta di Girolamo Perna, di 26 anni, vittima in passato di due attentati falliti, ritenuto dagli inquirenti vicino alle famiglie mafiose di Vieste Notarangelo e Raduano. Il fucile a canne mozzate era nascosto nella terra, sotto assi in legno, all'interno di un sacchetto, inserito in un tubo di plastica: per custodirlo al meglio e far sì che l'umidità non lo danneggiasse. L'arma risulta rubata nel 1995 ma è perfettamente funzionante, tanto da avere due colpi in canna, un fucile pronto a sparare. Perna ha precedenti per reati contro il patrimonio. È sfuggito a due attentati: il 28 settembre scorso quando persone non ancora identificate lo aspettarono nei pressi della sua abitazione, ad una decina di km da Vieste e lo ferirono alle gambe e il 12 marzo scorso, quando era in compagnia della compagna e delle due figlie, di 2 e 5 anni. Perna rispose al fuoco. In quella occasione non ci furono vittime o feriti.

Nel garage di Lesina, in via Pineto levante, i Carabinieri hanno trovato di tutto: due pistole automatiche, due ordigni rudimentali, cartucce, un involucro contenente due kg di cocaina e 8 buste con dentro 8 kg di marijuana e 17 ovuli con 100 gr di hascisc. Non solo: c'erano anche maschere, sette pettorine blu con la scritta «carabinierì», in tutto simili a quelle in dotazione ai reparti investigativi, e anche una paletta con la scritta «Vigili urbani di San Severo». Chi aveva in uso il garage, Luigi Di Palma, potrebbe essere un componente attivo in un gruppo criminale o anche solo il custode del materiale che era nascosto all'interno del garage.

«Quel che è certo - ha detto il comandante dei Carabinieri di Foggia, Marco Aquilio - è che abbiamo tolto armi e abbiamo individuato un altro deposito che sicuramente era importante per la criminalità». Tutte le armi saranno sequestrate saranno sottoposte ad accertamenti per verificare se siano state utilizzate di recente. Il ministro dell'Interno Marco Minniti al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza, che nei giorni scorsi si è tenuto a Foggia, subito dopo l'agguato di San Marco in Lamis, promise: «la risposta sarà durissima». E gli arresti che si susseguono (altre 4 persone pronte a compiere un agguato sono state arrestate sabato scorso) non fanno presagire nulla di buono per i gruppi criminali che da tempo agiscono senza pietà nel territorio del Gargano.

E la droga sembra essere il motivo principale della guerra in atto.

Anche oggi i carabinieri sono stati chiari: sul fronte delle indagini sull'agguato di San Marco in Lamis, costato la vita a due contadini, ammazzati perchè testimoni scomodi dell'uccisione del boss Mario Luciano Romito e di suo cognato, Matteo de Palma, non ci sono novità di rilievo ma la mattanza quasi sicuramente è da collegare al terribile conflitto armato che si è scatenato tra gruppi criminali e mafiosi in contrasto tra loro per la spartizione dei proventi della droga proveniente sulle coste pugliesi dall'Albania.

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