Yara ha lottato: uccisa con sei coltellate
forse la sera stessa della sua scomparsa

Yara il giorno della cresima, il 23 maggio 2010
Yara il giorno della cresima, il 23 maggio 2010
Domenica 27 Febbraio 2011, 11:09 - Ultimo agg. 15 Marzo, 22:45
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ROMA - Abbiamo trovato cose importantissime... ha detto stamattina il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, in uno dei diversi sopralluoghi che ha effettuato sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso, i cui resti sono stati trovati ieri pomeriggio a Chignolo d'Isola. «Da ieri pomeriggio sono al lavoro ininterrottamente gli esperti scientifici dell'Ert (Esperti ricerche tracce) - ha aggiunto il questore - cercano ogni traccia minuziosa, ma comunque ciò che è stato trovato è importantissimo. Qualcos'altro, invece, lo stiamo ancora cercando». La tredicenne sarebbe stata uccisa con almeno sei coltellate, probabilmente nelle ore successive alla sua scomparsa. I resti non erano individuabili da lontano, e nonostante si trovassero senza alcuna copertura, nemmeno parziale, sopra delle sterpaglie, già da pochi passi risultavano praticamente invisibili. Una considerazione che avvalora l'ipotesi che il corpo possa essere stato abbandonato in quel luogo forse il giorno stesso dell'omicidio

I rilievi oggi sono andati avanti fino alle 18. L'area del ritrovamento, un quadrilatero di circa 50 metri delimitato dalle strisce gialle della polizia scientifica, è prospiciente alla parte terminale di una grande azienda ed è in parte stopposa e in parte occupata da piccoli arbusti spontanei alti una quarantina di centimetri. Via via che ci si addentra nel luogo dove sono stati trovati i resti, si notano le bandierine fucsia degli agenti della Scientifica e dell'Ert che aumentano di numero mano a mano che si arriva all'esatto punto in cui è stato trovato il cadavere. Non appena si è diffusa la notizia che erano stati rimossi i filtri delle forze dell'ordine che impedivano di accedere all'area, sono accorsi numerosi curiosi, singoli o intere famiglie.

Testimoni: cadavere disteso con le braccia all'indietro. Il corpo di Yara Gambirasio era disteso sulla schiena con le braccia all'indietro. A riferirlo è un testimone oculare, uno dei primi arrivati sul posto, che ha potuto osservare la scena del crimine prima che tutti venissero allontanati per fare spazio agli uomini della Scientifica. Sembra che i resti non fossero individuabili da lontano e, nonostante si trovassero senza alcuna copertura sopra le sterpaglie, già da pochi passi risultavano praticamente invisibili. La scena apparsa agli occhi delle prime persone è stata quella di un cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione: disteso sulla schiena, con le braccia all'indietro oltre il capo, forse per via di un breve trascinamento.

Trovata una sim card ma non il telefonino. Le mani erano parzialmente coperte dalle maniche del giubbotto, lo stesso che Yara indossava il giorno che è scomparsa, come peraltro gli altri abiti che indossava, la felpa, i pantaloni elasticizzati e i guanti. In tasca sono stati trovati alcuni oggetti come una sim card di un telefonino, presumibilmente il suo, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino: il cellulare, invece, manca all'appello.

Yara Gambirasio è stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle quali inferte con molta violenza. Lo afferma l'Ansa citando fonti qualificate. La ragazzina si è difesa, ha lottato con l'assassino. L'esame del cadavere avrebbe evidenziato una ferita alla gola, una al polso e ben quattro alla schiena, una delle quali molto profonda all'altezza dei reni. L'ipotesi è che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena.

Yara potrebbe essere stata uccisa la stessa sera del 26 novembre o nelle ore immediatamente successive. È l'ipotesi ritenuta più credibile dagli investigatori. Un'ipotesi che avrebbe trovato conferme dal primo esame effettuato sul cadavere dagli uomini della polizia scientifica e dal medico legale: i capelli di Yara, infatti, erano ancora legati con lo stesso elastico rosso che indossava la sera in cui è scomparsa.

I genitori di Yara, Mara e Fulvio Gambirasio, hanno effettuato stamattina all'istituto di medicina legale di Milano il riconoscimente del cadavere della figlia. La madre è uscita sorreggendosi al marito e ad un'altra persona. Entrambi i genitori hanno mantenuto il loro usuale riserbo: sono saliti sull'Alfa grigia delle forze dell'ordine e sono ripartiti scortati da altre due auto. L'autopsia di Yara è in programma per domani.

Il cadavere è stato trovato ieri pomeriggio in una zona isolata vicino all'area industriale di Chignolo d'Isola, a dieci chilometri da Brembate di Sopra, dove il 26 novembre scorso la giovane promessa della ginnastica ritmica era scomparsa. Il corpo di Yara è stato trovato in un'area incolta che, per ironia della sorte, si trova a circa 300 metri da quello che era il centro di coordinamento delle ricerche della ragazza, il Comando Polizia Locale dell'Isola Bergamasca. Per quasi tre mesi forze dell'ordine e volontari della Protezione civile hanno setacciato la provincia in cerca di Yara, perlustrando aree verdi, boscose, montuose, fiumi e rogge.

Ieri il riconoscimento del corpo era stato difficile: in posizione supina, ormai scheletrico, neppure l'ombra del sorriso visto in mille fotografie. A dissolvere i dubbi l'apparecchio dei denti, un portachiavi che aveva con sé e i vestiti indossati nel giorno della scomparsa. Il giubbotto nero di Hello Kitty, la felpa azzurra, i leggins neri. In serata era arrivata sul posto del ritrovamento l'anatomopatologa milanese Cristina Cattaneo, specializzata nelle indagini sui cadaveri decomposti, che ha lavorato a lungo sulle vittime delle Bestie di Satana. Ha iniziato a lavorare subito, alla luce delle fotocellule, per verificare con un medico legale e gli uomini della scientifica lo stato del corpo, per capire se è rimasto a lungo in quella posizione e in quel posto oppure è stato portato dopo. Domani la dottoressa Cattaneo effettuerà l'autopsia. Se il corpo è rimasto così a lungo all'aperto sarà più difficile trovare reperti biologici, ma si potranno avere le prime rispose su come e quando è morta la piccola Yara.

Il parroco: ora sappiamo cos'è un orco. «Nelle favole tutto finisce bene, ma adesso sappiamo cosa è un orco e siamo preoccupati perché l'orco è tra noi» ha detto oggi don Corinno, parrocco di Brembate, nella messa delle ore 10 in una chiesa strapiena. Il parroco ha annunciato che fino a sera le campane del paese suoneranno a festa ogni ora «perché - ha detto - ora Yara è un angelo». Don Corinno ha detto ai parrocchiani che ieri sera è andato subito a trovare il padre di Yara. «Appena mi ha visto mi ha detto "non mi dire niente, abbracciami"» ha raccontato don Corinno. Proprio ieri, davanti alla parrocchia era stata messa una nuova foto di Yara a tre mesi dalla sua scomparsa. Una bella immagine della ragazzina sorridente con un abitino fucsia e sotto la scritta "Yara, siamo smarriti, aiutaci".

Un operaio: ci sono stato in quel campo, non c'era niente. «Io ci sono stato a cercare là, non c'era assolutamente niente» ha detto stamattina un operaio che lavora nella ditta Rosa & C., una Spa che produce laminati industriali, proprietaria del terreno sterrato dove è stato ritrovato il corpo di Yara. Già ieri si era accennato al fatto che, oltre alle ricerche effettuate dai volontari della Protezione civile proprio in quel posto, anche i dipendenti della ditta avevano deciso, in una occasione, di effettuare una ricerca tutti insieme. «Sì, sì - conferma l'operaio - ci siamo stati a vedere in quel posto. E c'ero anch'io, ma là non c'era assolutamente niente».

Un abitante della zona: non può essere lì da tre mesi. Si chiama Lorenzo e fino a un mese fa abitava proprio vicino al luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gabirasio, a Madone (Bergamo), che confina proprio con l'area di Chignolo d'Isola, dove è stato fatto il ritrovamento. «Io fino a un mese fa abitavo qui, e passavo tutti i giorni in quell'area, peraltro frequentata da decine di persone ogni giorno - racconta -: ci sono persone che fanno jogging, cacciatori, pescatori, gente che porta a spasso il cane. Mi sembra inverosimile che un cadavere possa essere stato abbandonato lì e non trovato per tre mesi, anche perchè a quanto ne sappiamo noi in paese, questa zona è stata più volte battuta dai soccorritori e volontari della protezione civile».

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