Bombe negli Usa, l'afgano arrestato
odiava l'America e i gay
fu denunciato per terrorismo dal padre

Bombe negli Usa, l'afgano arrestato odiava l'America e i gay fu denunciato per terrorismo dal padre
Martedì 20 Settembre 2016, 13:51 - Ultimo agg. 21 Settembre, 22:07
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Ahmad Rahami, l'uomo arrestato per le bombe in New Jersey e a New York, odiava l'America e i gay. E due anni fa era stato denunciato quale terrorista dal padre. Adesso  i procuratori gli hanno contestato di aver usato armi di distruzioni di massa e bombe in luoghi pubblici. Lo rende noto il dipartimento di giustizia Usa. Rahami è ora formalmente accusato delle due bombe di New York (una esplosa ferendo una trentina di persone, l'altra no), di quella deflagrata lungo il percorso di una gara podistica in New Jersey e di aver lasciato una serie di ordigni esplosivi in uno zaino alla stazione di Elisabeth, sempre in New Jersey. L'uomo era già stata accusato di tentato omicidio e porto d'armi illegale per il conflitto a fuoco con la polizia, che poi l'ha ferito e arrestato.

ODIO PER AMERICA E GAY
Lo afferma, in un'intervista a FoxNews, Maria, la madre della figlia di Rahami. Maria, di cui FoxNews non diffonde il cognome, ha incontrato Rahami al liceo. «Parlava spesso della cultura occidentale e di come, nel suo paese, era diverso. Di come non c'erano omosessuali in Afghanistan». Rahami, riferisce Maria, è rientrato da uno dei viaggi in Afghanistan, durante il quale gli è stato fatto il «lavaggio del cervello», con una moglie e un altro figlio. 

Maria riferisce di non vedere Rahami da due anni. Al liceo era conosciuto come il «clown» della classe. «Non avrei pensato potesse fare una cosa simile. Gli è stato fatto il lavaggio del cervello» afferma Maria, senza spiegare il perchè i due si siano lasciati. La donna racconta di come una volta era in casa con la figlia e Rahami guardando la televisione. «È comparsa in televisione una donna in uniforme e alla figlia ha detto 'questa è una cattiva persona». Maria ora non vuole vedere Rahami vicino a sua figlia. «Non voglio che la veda. Se le avesse voluto bene avrebbe pagato il mantenimento». 

LA DENUNCIA DEL PADRE
Due anni prima che Ahmad Khan Rahami venisse arrestato quale presunto responsabile delle bombe a New York e nel New Jersey, il padre lo aveva denunciato alla polizia affermando che il figlio era un terrorista. La denuncia portò all'apertura di un fascicolo da parte dell'Fbi. Lo scrive il New York Times citando fonti delle forze dell'ordine. Il quotidiano newyorchese riferisce anche che Rahami, arrestato dopo uno scontro a fuoco con la polizia, aveva con sé un taccuino contenente frasi inneggianti al jihadismo. In una sezione del taccuino, perforata da un proiettile e coperta di sangue, Rahami aveva scritto frasi riguardanti «l'uccisione dei kuffar», o infedeli. Il padre di Rahami dichiarò alla polizia del New Jersey che il figlio era un terrorista nel 2014, quando Rahami venne arrestato dopo una lite in famiglia e accusato di avere accoltellato il fratello. L'informazione venne inoltrata alla Joint Terrorism Task Force guidata dall'ufficio dell'Fbi di Newark.

I funzionari aprirono una semplice procedura di «accertamento», il grado più basso tra i vari livelli di indagine, e interrogarono il padre di Rahami, che però ritrattò la dichiarazione fatta alla polizia. Un funzionario, interpellato sulla questione, spiegò che il padre aveva lanciato l'accusa perché arrabbiato con il figlio. Non è invece chiaro se lo stesso Ahmad Rahami venne interrogato dagli agenti federali.

Gli inquirenti stanno cercando di capire se l'uomo sia stato aiutato nella costruzione degli ordigni e se qualcuno fosse a conoscenza delle sue intenzioni ma abbia omesso di denunciare il pericolo alla polizia. Di particolare interesse per gli investigatori è una serie di viaggi che Rahami ha compiuto in Pakistan, dove in un'occasione si è trattenuto per quasi un anno.

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