Raid del figlio de El Chapo in Messico
massacro per liberare un detenuto

Il convoglio militare dopo l'assalto
Il convoglio militare dopo l'assalto
di Paola Del Vecchio
Sabato 1 Ottobre 2016, 13:04
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Un'imboscata a un convoglio blindato a Culiacan, la roccaforte del potente cartello del narcotraffico di Sinaloa, ha lasciato sul terreno i cadaveri di cinque militari. La carovana dell'esercito stava scortando verso l'ospedale un'ambulanza su cui viaggiava uno dei cugini di Joaquin Guzman 'El Chapo' - il superboss detenuto da gennaio in totale isolamento - ferito in un conflitto a fuoco durante l'arresto. Il massacro è avvenuto all'alba, quando il convoglio militare, che trasferiva il ferito da Badiraguato, il paese d'origine de El Chapo, si apprestava a entrare a Culiacan. Ma ha trovato la strada sbarrata da otto furgoni neri blindati, dai quali una quarantina di uomini armati ha aperto il fuoco con fucili di assalto e granate. Cinque i militari morti nell'assalto, altri otto feriti gravi in ospedale, mentre il detenuto è stato liberato dal commando.

Le autorità messicane sospettano che dietro il feroce blitz ci siano i figli del superboss del cartello di Sinaloa, rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, in attesa di imminente estradizione negli Usa. «È molto probabile che gli autori siano i figli di El Chapo», ha dichiarato in conferenza stampa Moises Melo Gacia, coordinatore della sicurezza pubblica nello Stato di Sinaloa. E ha confermato la drammatica escalation di violenza nella zona negli ultimi mesi, dopo la cattura del superboss Guzman Loera a inizio anno e la recente scarcerazione a giugno del leggendario boss Rafael Caro Quintero, che ha fatto saltare gli equilibri criminali fra i potenti cartelli nel cuore di Sinaloa.

Il segnale dell'inizio della guerra fra narcos, l'assalto a luglio in casa della madre del Chapo, nel fortino di famiglia alle falde dei monti di Sinaloa, che costrinse la matriarca a mettersi in salvo in elicottero. Secondo l'intelligence messicana, Rafael Caro Quintero, boss del cartello di Guadalajara, capo dei capi dei narcos negli anni Ottanta, dopo la scarcerazione si sarebbe alleato con cartelli avversari del Chapo, determinato a recuperare il territorio perduto. Un altro segnale della guerra senza quartiere, il clamoroso sequestro ad agosto, in un ristorante di lusso di Culiacan, di uno dei figli di Guzman Loera, da parte di un commando armato che rapì in totale sei persone. Il sequestro, attribuito dalla polizia al cartello emergente di Jalisco Nueva Generacion, si concluse con la liberazione dell'ostaggio, dopo pochi giorni, in cambio di una contropartita che non è stata resa pubblica.
 
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