Trump dichiara guerra alla Siria, Putin mostra i muscoli: nave russa nel Mediterraneo

Trump dichiara guerra alla Siria, Putin mostra i muscoli: nave russa nel Mediterraneo
di Giuseppe D’Amato
Sabato 8 Aprile 2017, 08:35 - Ultimo agg. 13:59
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MOSCA - L’attacco aereo americano è un duro colpo alla strategia di Vladimir Putin in Medio Oriente. Le sirene di quelle “Cassandre” che avvertirono del rischio di combattere una guerra lontana duemila chilometri dai confini nazionali tornano a prendere forza. Troppi i problemi logistici ed esosi i costi di un’azione su un terreno che diventa sempre più una palude, da cui sarà difficile uscire in un prossimo futuro. Vladimir Putin lo sapeva e per questo nel marzo 2016 aveva annunciato ufficialmente la fine della missione, ritirando in pompa magna alcune unità aeree, ma sostituendole con altre in gran silenzio.

Utile a meglio comprendere la realtà attuale è fare un passo indietro. Con alcune variazioni sul tema, siamo tornati in pratica alla situazione dei giorni del G20 di San Pietroburgo, quando, nel settembre 2013, Barack Obama teneva il dito sul grilletto contro Bashar al-Assad per una simile vicenda, ma, alla fine, non sparò. La sua renitenza ad usare la forza ha permesso l’intervento militare russo, il propagarsi dello Stato islamico e non ha fermato ostilità che hanno causato ulteriori lutti. È vero, però, anche il contrario: forse si è evitato un peggiore bagno di sangue.
 


Donald Trump ha riportato indietro le lancette dell’orologio, ma questa volta ha tirato il grilletto. La differenza è che ora i russi sono sul terreno al fianco di al-Assad, hanno congelato il memorandum sui voli sulla Siria e tengono pronti i loro “gioiellini”, ossia i sistemi missilistici anti-aerei S300 e S400 contro possibili raid ostili. Unanave da guerra russa è entrata nel Mediterraneo e si starebbe dirigendo verso i due cacciatorpedinieri americani che hanno lanciato l’attacco in Siria della scorsa notte, secondo quanto riporta Fox News. Da ieri, comunque, chiunque alzerà in volo nello spazio aereo di Damasco i propri velivoli rischia di essere abbattuto. Questa, quindi, è stata la prima mossa del Cremlino: il classico arrocco difensivo.

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