M5S, in Liguria lascia consigliere regionale: tra accuse e correnti grillini nel caos

M5S, in Liguria lascia consigliere regionale: tra accuse e correnti grillini nel caos
Mercoledì 1 Marzo 2017, 14:13 - Ultimo agg. 20:00
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Nella terra del suo leader il M5s non trova pace. E, tra timori e spallate, mette a rischio le chances che poteva avere di prendersi Genova alle prossime amministrative. Il consigliere regionale Francesco Battistini si autosospende e va nel Gruppo Misto puntando l'indice contro la «deriva verticistica del Movimento», la stessa che ha convinto a Lasciare 4 consiglieri su 5 a Genova. Più di 100 attivisti scrivono ai vertici accusandoli di aver ucciso il Movimento. E chi ci mette la faccia, come Maurizio Boccardo che parla a nome di coloro che si ritengono "ortodossi" del pensiero movimentista, si prende gli strali Beppe Grillo: «Maurizio Boccardo non è un portavoce del M5s e non parla a nome di M5s. Si invitano i giornalisti a non spacciare come tali singoli non eletti che non esprimono la posizione del Movimento ma sono usati strumentalmente da chi sta promuovendo altre liste».

Gli ortodossi criticano però il metodo di scelta del candidato sindaco per Genova e sottolineano che i vertici anziché ascoltare la base si sono orientati sul musicista Luca Pirondini, considerato da loro talmente vicino alla consigliera regionale Alice Salvatore da definirlo «valletto». Con il Movimento in tempesta e che perde pezzi, si frega le mani il Governatore Giovanni Toti che vede in un indebolimento dall'interno dei grillini, una chance in più per cercare l'impresa alle prossime amministrative: prendere il Comune di Genova. «Ogni tanto qualcuno rompe l'incantesimo e riesce a uscire dalla bolla del blog, che è sempre meno democratica e collegata alla realtà e autoreferenziale e moralista» dice Toti che si complimenta con Battistini per il suo «piccolo passo verso la vita reale fuori dall'incantesimo del blog di Grillo».

«La decisione è maturata per una deriva che ha preso questo Movimento che non rispetta più i principi fondanti per i quali ho aderito nel 2012. Non mi sento di tradire gli attivisti. Continuerò a portare avanti le istanze dei cittadini con i principi del M5S e sarò all'opposizione», annuncia Battistini da Sarzana, approdato in Regione con un tesoro di 11.22 voti. «Fa impressione considerarmi un ex, ma non trovo più un principio che venga rispettato. Non sono cambiato io, ma il M5S. C'è un malumore generalizzato nella base, devastata. Non c'è più la base, c'è solo l'altezza», dice. Poi la frecciata a Grillo: «Siamo passati dall'avere un megafono a avere un capo politico». Il M5s non ci sta e tuona: «Ora sia coerente con le sue scelte, si dimetta dal Consiglio regionale, per rispetto delle migliaia di cittadini che hanno votato il M5S». È l'invito che gli arriva anche dal deputato ligure Simone Valente che tuttavia non teme ripercussioni sul voto a Genova: «ai cittadini non interessano le diatribe interne» assicura. Anche il deputato Matteo Mantero si sgancia: «si arrangino, non è compito dei portavoce nazionali» intervenire sulle questioni interne locali. Ma il dispiacere per gli effetti di queste divisioni sul voto resta: «sarebbe stato sufficiente stare fermi» per vincere.
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