Primarie Pd il 30 aprile:
salta l'ipotesi giugno per il voto

Primarie Pd il 30 aprile: salta l'ipotesi giugno per il voto
di Nino Bertoloni Meli
Sabato 25 Febbraio 2017, 08:39 - Ultimo agg. 11:43
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All’unanimità. Una parola che non si sentiva nel Pd temporibus illis, ma è andata così. Le primarie per il nuovo segretario sono state fissate al 30 aprile, e almeno su questa data si sono alla fine ritrovati tutti d’accordo nella commissione per il congresso dove sono presenti tutte le correnti. Non che sia stato facile: fino all’ultimo è stato ingaggiato un braccetto di ferro tra quanti volevano il 9 aprile e quanti chiedevano più tempo; poi si è arrivati al 23, vigilia di lungo ponte del 25 aprile, e si è valutato che non era buona neanche questa, e si è approdati al 30 aprile. 

Dietro il braccetto di ferro c’è chi vi ha visto uno scontro politico, nel senso che si attribuiva a Matteo Renzi la volontà di voler forzare i tempi per poi forzare sulla data delle elezioni anticipate (l’election day a giugno), anche se era l’ex premier in persona che da giorni andava ripetendo che «giugno ormai non esiste». Lo ha spiegato bene Piero Fassino tra i primi a intervenire in direzione: «Le primarie al 30 di aprile chiudono ogni dibattito su elezioni a giugno, e comunque non c’è nesso tra congresso Pd e sostegno al governo Gentiloni». E anche se non c’è nessuna legge regolamento comma che vieta di aprire crisi di governo e sciogliere il Parlamento in presenza di primarie di partito, dal punto di vista politico il segnale è chiaro e netto, e somiglia molto a una pietra tombale sul voto anticipato. 
 


Uno dei motivi che più hanno spinto per i gazebo prima delle amministrative, lo ha illustrato aprendo la direzione Lorenzo Guerini: entro il 7 maggio ci sarà il nuovo segretario del Pd, in tempo appena sufficiente per poter riappropriarsi del simbolo e poter firmare le carte e i moduli opportuni per correre alle amministrative (in assenza del segretario, il simbolo del partito è “sospeso”). Gazebo dunque il 30, quindi proclamazione del nuovo leader una settimana dopo in assemblea nazionale, con avvertenza d’obbligo, ricordata a ogni primarie, che se nessun candidato raggiunge il 50,1 per cento alle primarie, il segretario viene eletto con ballottaggio tra i primi due dall’assemblea stessa. 

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