La sfida di Renzi al piano grillino?
Un aiuto da 500 euro al mese

La sfida di Renzi al piano grillino? Un aiuto da 500 euro al mese
Martedì 28 Febbraio 2017, 08:36 - Ultimo agg. 1 Marzo, 08:54
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Un sostegno medio di cinquecento euro al mese per chi è in condizioni di povertà o disoccupato. Costo: fino a 4,5 miliardi di euro l’anno. A volerla spiegare in estrema sintesi è questa la proposta alternativa di Matteo Renzi al «reddito di cittadinanza» del Movimento Cinque Stelle. Una regola base del marketing - perfettamente valida anche per quello della politica - è far credere di offrire gratis anche ciò che non lo è. Parlare di «lavoro» o «reddito» di cittadinanza equivale a promettere soldi a tutti, a prescindere da condizioni sociali, lavorative o familiari. Non è così, semplicemente perché è impossibile farlo: secondo alcune stime costerebbe abbastanza da mandare immediatamente in default il debito italiano. È però vero che le due proposte sono diverse l’una dall’altra: quella di Renzi è realistica nei costi ma fin troppo ambiziosa negli obiettivi. Quella del Movimento Cinque Stelle è per certi versi più facile da introdurre ma pericolosissima per la tenuta dei conti pubblici: costerebbe - la stima è dell’Istat - 15 miliardi di euro l’anno. Non è un caso se il reddito di cittadinanza esista solo in due angoli freddi e ricchi del mondo: in Alaska, dove grazie alle royalties sul petrolio lo Stato concede un sussidio universale fino a 200 dollari, e in Finlandia, dove hanno appena iniziato una sperimentazione su duemila persone. L’Italia - in compagnia della Grecia - è invece l’unico Paese europeo in cui non esiste un «reddito minimo», ovvero una misura in grado di garantire a chi ne ha effettivamente bisogno una soglia minima di sussistenza.

Le proposte di Pd e M5S vanno entrambe in quella direzione. Il piano Pd Il responsabile economia del Pd Filippo Taddei si affida ad un antico proverbio cinese: «Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare». Il piano di Renzi non parte dal nulla: proprio questa settimana il Senato dovrebbe approvare in via definitiva il disegno di legge delega per la lotta alla povertà. L’approvazione di quella delega vale a regime 1,8 miliardi di euro, abbastanza per erogare fino a 400 euro al mese all’85 per cento delle famiglie con meno di tremila euro l’anno. Ovviamente le persone in condizioni di povertà sono molte di più, circa 4,6 milioni di italiani. Il piano di Renzi punta ad allargare quel sussidio fino a trasformarlo in un «reddito di inserimento» e a comprendere tutti coloro i quali hanno redditi inferiori agli ottomila euro l’anno.

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