«Le migrazioni sono una sfida non facile ma vanno affrontate assieme, il futuro sarà prospero se costruito nella fraternità e dignità umana». Papa Francesco termina a mezzogiorno la preghiera dell'Angelus pensando al suo prossimo appuntamento internazionale: venerdi e sabato sarà a Marsiglia per chiudere il maxi raduno tra tutti gli episcopati che si affacciano sul Mediterraneo, una occasione per definire nella Chiesa una visione comune davanti alla grande questione migratoria.
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen a Lampedusa
Proprio mentre a Lampedusa la presidente Von der Leyen e la permier Meloni stanno facendo una conferenza stampa dopo avere visto le condizioni dell'isola, terra di sbarchi continui (anche stanotte sono approdate 160 persone) Papa Francesco da San Pietro annuncia questo summit al quale prenderà parte anche il presidente francese Macron. «L'iniziativa di Marsiglia promove percorsi di pace e collaborazione attorno al mare, con attenzione particolare al fenomeno delel migrazioni. Il futuro sarà prospero solo se costruito nella freaternità e nella dignità umana delle persone più bisognose» dice il Pontefice.
I micidiali flussi migratori nel Mediterraneo sono diventati un banco di prova forse la prova più dura - persino per la Chiesa di Papa Francesco, da una parte chiamata a sollecitare la famiglia umana alla solidarietà ma, nello stesso tempo, a contenere certi atteggiamenti eccessivamente "naif" se non "irenici" viste le conseguenze collegate a questo fenomeno non contenibile.
Migranti, migliaia ancora a Lampedusa: si attendono i trasferimenti
Le parole di Aveline di fatto esplicitavano la correzione di rotta in atto nella Chiesa già da qualche anno, dopo che il Papa visitando la Svezia aveva toccato con mano quanto un'integrazione mal gestita fosse la radice principale dei quartieri ghetto in cui l'insicurezza regnava sovrana mettendo a repentaglio chi vi abita.
Il vicesindaco di Lampedusa: «Siamo stanchi, non vogliamo diventare Alcatraz»
Francesco arriverà nella città francese di Marsiglia il 22 settembre, a dieci anni dalla visita storica a Lampedusa proprio mentre è in corso una nuova brutta crisi europea per l'afflusso continuo di gente disperata. Bergoglio con questa visita simbolica desidera individuare le coordinate necessarie affinché tutti gli episcopati possano esprimersi in modo univoco, indicando un solo modo di esaminare la sfida delle migrazioni. Ci saranno i vescovi tunisini, algerini, marocchini, albanesi, turchi, croati, greci, ciprioti, spagnoli e persino quelli ucraini e armeni visto che il Vaticano ha voluto che si includessero aree diverse e lontane ma collegate: Mar Nero, Mar Egeo, Adriatico e dell'Africa del Nord. Sarà ovviamente «l'occasione per parlare anche alla politica e al mondo economico».
La «visione profetica» sulle migrazioni che sta mettendo a punto il Vaticano, una sorta di terza via tra la visione irenica finora predominante e quella aggressiva dei cattolici più conservatori dovrà tenere conto - ha spiegato Aveline - di quello che indicano coloro che vivono accanto ai migranti, nelle banlieu, nei quartieri a rischio. «Insisteremo sulla prossimità». A scanso di equivoci Aveline aggiunge anche che in ogni caso i migranti «non devono essere scelti» in base alla religione o al titolo di studio. Semmai verrà ricordata l'esistenza del loro «diritto fondamentale a non emigrare».