Bimbo sbranato dai pitbull a Eboli, ora è giallo: «Soccorsi chiamati dopo mezz’ora»

Il fatto qualche minuto prima delle 8 ma la telefonata per i soccorsi è giunta mezz’ora dopo

I funerali di Francesco Pio D'Amaro
I funerali di Francesco Pio D'Amaro
di Paolo Panaro
Sabato 27 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 15:35
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Trenta, quaranta minuti: sarebbe il tempo intercorso tra l’attacco dei cani e la richiesta di aiuto, tempestivo ma vano, ai soccorritori giunti a Campolongo la mattina della tragedia costata la vita al piccolo Francesco Pio. La telefonata di aiuto è delle 8.28. Gli investigatori devono ricostruire cosa è accaduto nel tempo trascorso tra l’incidente e la richiesta di pronto intervento.

Le urla provenienti dalla villetta gialla a ridosso della litoranea di Campolongo lunedì mattina sarebbero state udite dai residenti qualche minuto prima delle 8 ma la telefonata per allertare i soccorritori è giunta mezz’ora dopo. 

Al vaglio degli investigatori ci sono i tabulati telefonici dei familiari del piccolo Francesco Pio, anche quelle che annunciavano la tragedia. Indagati i proprietari dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo; gli zii del bambino che erano sul luogo della tragedia, Simone e Giuseppe Santoro e la mamma Paola Ferrentino accusati, in concorso, di omicidio colposo per omessa custodia degli animali.

Durante la fiaccolata di giovedì sera, Franco, il nonno del bimbo, che aveva in mano le rose bianche che poi con gli altri familiari ha deposto dinanzi il cancello della villetta dove il bimbo è stato ucciso dai pitbull, ha ricostruito le fasi dell’incidente, come aveva fatto già qualche ora prima con il sindaco di Eboli, Mario Conte.

«Lunedì mattina sono arrivato dinanzi la villetta - dice - il cancello era chiuso. Dovevo accompagnare mia figlia a Salerno e lei stava venendo verso di me per aprire il cancello. Poi i cani si sono avventati contro mio figlio Simone e mio nipote. Simone è rimasto ferito alla gamba e i cani hanno sbranato il bimbo. Non sono potuto entrare nel cortile e sono corso a chiedere aiuto. Quando sono tornato dinanzi la villetta c’erano già i soccorritori». Intanto, ora i familiari del piccolo Francesco Pio chiedono giustizia e la nonna materna, Alfredina, al termine della fiaccolata e prima delle preghiere in memoria di Francesco Pio, ha puntato il dito contro i proprietari dei pitbull.

«Non sono venuti nemmeno ai funerali di Francesco Pio - ha urlato la donna - chi ha sbagliato deve pagare. Vogliamo giustizia». Il primo cittadino di Eboli ha chiesto maggiori controlli riguardanti chi detiene i cani che possono arrecare danni ai passanti per strada e ipotizza la creazione di un regolamento comunale ad hoc per stabilire regole più ferree di quelle vigenti.

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«Nessuna tolleranza - dice Mario Conte - nei confronti di chi detiene i cani senza rispettare le norme di sicurezza. Chiedo di usare museruole e guinzagli. Auspico che a livello nazionale sia istituita una patente per i possessori dei cani ritenuti pericolosi. La tragedia accaduta ad Eboli deve far riflettere l’Italia».

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