Scandalo liste d'attesa. «Tangenti a Salerno sui malati di tumore» | Il reportage

Scandalo liste d'attesa. «Tangenti a Salerno sui malati di tumore» | Il reportage
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 6 Aprile 2016, 09:31 - Ultimo agg. 15 Aprile, 11:58
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È un ospedale, il più grande della città, ma è anche sede universitaria. Unire l’emergenza e l’attività del pronto soccorso alla ricerca e insegnamento scientifico, legato invece a un’assistenza sanitaria pianificata con calma: un ibrido. E così, a partire dal grande parcheggio dal tariffario fisso di un euro e 80 centesimi, si incontrano dipendenti e parenti di ricoverati, ma anche giovani studenti che salutano al bar i loro professori. Potenza del San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona, storica azienda ospedaliera salernitana che fa risalire le sue prime origini addirittura al 1183. A Fisciano non esiste un Policlinico e così i docenti di medicina devono appoggiarsi all'ospedale che si trova di fronte allo stadio Arechi. La nuova torre di otto piani, realizzata dopo il terremoto e aperta da una ventina d'anni, con gli edifici a quattro piani più vecchi che ospitano reparti e corsie sono di nuovo investiti da un ciclone giudiziario. E stavolta non si tratta di furbetti che marcano cartellini, mentre si occupano dei loro affari privati.

Stavolta, finisce negli atti giudiziari il primario della neurochirurgia, l'avellinese Luciano Brigante, accusato di avere preteso denaro per operare pazienti in barba alle liste d'attesa. Al bar, sotto i due moderni piani che ospitano gli uffici amministrativi, i commenti sono di stupore. La dottoressa Elvira Morena, stimata anestesista che lavora da oltre 20 anni in ospedale, dice: «Sono meravigliata. Lavoro in gran parte in cardiochirurgia, ma sulla professionalità e la correttezza del collega Brigante nessuno ha mai trovato da ridire. Il suo curriculum è di tutto rispetto». Stesse reazioni al secondo piano, negli uffici del subcommissario alla direzione sanitaria, Vincenzo Raiola. In segreteria commentano: «Siamo rimasti senza parole, una persona stimata».

Da appena un paio di mesi, in questi uffici è arrivato il commissario Nicola Cantone, fresco di nomina del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Fa riunioni e prende subito decisioni: «Abbiamo firmato tre delibere, per dare un'immediata risposta alla vicenda giudiziaria per quanto ci compete. Innanzitutto sono stati sospesi i tre dipendenti coinvolti con l'avvio, nei loro confronti, anche di un procedimento disciplinare. Poi, abbiamo regolato in maniera più rigida il sistema dell'intramoenia e della liste d'attesa».

Sospeso, dunque, il primario Brigante, che solo due settimane fa si era visto, con altri 38 colleghi, prorogato per sei mesi l'incarico di facente funzioni in attesa di un nuovo concorso. Sospesa anche la caposala Annarita Iannicelli e il direttore del Dipartimento neuroscienze, Renato Saponiero. Ma la novità è la creazione, per delibera, di una commissione dell'Azienda ospedaliera che vigilerà sulle liste d'attesa. Sarà presieduta da Alfredo Greco, magistrato in pensione già pm alla Dda salernitana e procuratore capo a Vallo della Lucania.Al terzo piano del corpo D, quello con i cartelloni in giallo, c'è la neurochirurgia. Le visite ai pazienti sono consentite un'ora al mattino e trenta minuti nel pomeriggio. Nel reparto, ci sono 18 posti letto per permanenze da intervento chirurgico e due per ricoveri in day hospital. Ma quanto bisogna aspettare in concreto nel reparto, per un'operazione seguendo le normali liste d'attesa? Un mese in media, per una turnazione da tre interventi chirurgici a settimana. In ambulatorio, poi, vengono visitati ogni giorno non meno di dieci pazienti. Aggiunge il commissario Cantone: «Il terzo provvedimento approvato renderà più rigoroso il sistema informatico e i relativi accessi, per gestire le attività intramoenia. Insomma, corriamo ai ripari».

Un reparto di cardiochirurgia che è tra le eccellenze sanitarie in Campania, 2796 dipendenti (tra cui 551 medici), un bilancio nel 2014 di 7 milioni e 777169 euro, l'ospedale che accoglie anche l'eredità d'insegnamento della storica Scuola di medicina salernitana sta per ottenere anche un regolamento organizzativo per le strutture universitarie all'esame del commissario ad acta regionale sulla sanità, Joseph Polimeni. Ma le bacheche, che circondano la sala d'accesso al bar, sono tappezzate di comunicati sindacali che se la prendono con giornali e televisioni. Non hanno digerito l'informazione sui casi di assenteismo nel mirino della magistratura. Parlano di «9 casi su quasi tremila dipendenti, pari allo 0,2 per cento».

Di certo, per sette assenteisti è scattato il licenziamento, mentre per altri due la sospensione. E circola un'altra cifra monstre: 800 indagati, per raggiri legati alla presenza al lavoro. Ma commenta il commissario Cantone: «Sono notizie giornalistiche, per ora ci atteniamo alle comunicazioni ufficiali della magistratura, su cui sono stati presi i necessari provvedimenti disciplinari». Colpiti una caposala, quattro infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari negli organici dei reparti di oncologia, medicina nucleare e torre cardiologica. Ma sull'immagine dell'antico Ruggi e dell'intera sanità salernitana pesa il dato dei 60mila ricoveri all'anno in altre zone di pazienti partiti dalla provincia di Salerno. Gente che preferisce farsi assistere fuori dai luoghi di residenza: 35mila vanno in altre province campane e 23mila fuori regione. Casi censiti, dove spiccano 2030 chemioterapie, 1439 interventi oculistici sul cristallino e 1068 parti.

Spiega il commissario Cantone: «Si tratta di beni ereditati anche da altri enti, spesso fatiscenti e con contratti risalenti nel tempo. Ci sono stati degli adeguamenti, in alcuni casi procedure di sfratto, segnalazioni alla magistratura per immobili occupati abusivamente». Un paradosso: alcuni edifici nel centro storico di Salerno sono stati murati, per impedire occupazioni abusive. Ma il conto dei ricavi non è esaltante, per un'Azienda ospedaliera alle prese con continui problemi di disponibilità economiche: i guadagni nei canoni sono di appena 200mila euro totali. Di questi, 113mila euro arrivano tutti dalla società che gestisce la mensa ospedaliera all'interno del Ruggi. Per il momento è partita la ricognizione di tutto il patrimonio immobiliare. Poi, cause e diffide. In qualche immobile ci sono sedi della Asl, in altri scuole o uffici in comodato. Situazioni accumulate nel tempo: un'altra faccia, poco conosciuta, dell'amministrazione sanitaria.

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Il legale del Dott. Luciano Mastronardi tiene a precisare in una nota che «il suo assistito, ritratto in una foto insieme al Dott. Fukushima, non è non è in alcun modo coinvolto nelle vicende relative alle liste di attesa dell'Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno».