Carte di credito clonate: pioggia di perquisizioni e Procura al lavoro. Ci sono anche dei salernitani in un’inchiesta, partita dalla Procura di Ancona ma destinata ad allargarsi, e che vede indagate numerose persone accusate di aver clonato carte di credito ad ignari cittadini a cui sono stati prosciugati i conti correnti. Al momento sono almeno una decina gli indagati finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura che sta passando al setaccio studi professionali, rimesse, garage, autovetture e abitazioni alla ricerca di documentazione bancaria afferente l’apertura di conti correnti attraverso i quali sarebbero state compiute le truffe.
IL MODUS OPERANDI
Sofisticato il meccanismo messo in piedi dagli ideatori della frode che si sarebbero avvalsi di alcuni complici per portare a termine il piano truffaldino.
Tutto iniziava con un finto sms della banca inviato alla vittima; il messaggio conteneva un link che, se aperto, indirizzava a un sito web clone di quello della banca e invitava a inserire dati sensibili come nome utente, password e pin di accesso al conto. Una volta ottenute queste credenziali, la truffa diventata realizzabile. Per rendere più complessa la ricostruzione dei movimenti e sfuggire così agli inquirenti, gli organizzatori si avvalevano di una rete di complici che si accontentavano di una piccola percentuale. Erano loro a recarsi agli uffici postali dove aprivano carte sui cui poi gli organizzatori facevano confluire le somme prelevate alle vittime.
IL FENOMENO
Le truffe relative alle carte di credito clonate sono purtroppo molto comuni: non riguardano soltanto gli acquisti online come erroneamente si crede, ma anche nei negozi fisici si possono correre dei rischi o ancor di più prelevando al bancomat. Gli episodi di carte clonate purtroppo sono diffusissimi e le precauzioni da seguire, come ad esempio stare attenti a non essere osservati quando si fa un prelievo allo sportello della propria banca, non sono spesso sufficienti. I consigli sono sempre gli stessi: coprire la tastiera quando si digita il codice pin della carta, accertarsi che sullo sportello non siano collocati skimmer – ossia dei piccoli dispositivi elettronici che vengono inseriti nei bancomat per clonare le carte di pagamento e rubare i dati del codice segreto – e che nei pressi dello sportello non siano installate micro-telecamere.
Occorre poi controllare periodicamente l’estratto conto e bloccare subito la carta nel caso di transazioni sospette. L’utente che è rimasto vittima di una truffa ha diritto a chiedere il rimborso ma solo a tre condizioni: deve aver custodito con attenzione la carta che gli è stata clonata; deve aver bloccato la carta appena ha notato transazioni sospette sull’estratto conto; se ricevuta dalla sua banca notifica via sms di una transazione, ha provveduto a contestarla immediatamente.