Un coltellata al cuore per uccidere
l'infermiere: chiarito il movente

Un coltellata al cuore per uccidere l'infermiere: chiarito il movente
di Petronilla Carillo
Sabato 22 Luglio 2017, 12:47
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Nocera Inferiore. «Non mi denunciare... Mi dispiace... Non volevo farti del male». Davide Sanzone Giancane, l'accoltellatore che l'altra notte ha ucciso l'infermiere 52enne Maurizio Fortino, dopo averlo ferito lo ha visto camminare e prendere lo scooter per andare al pronto soccorso. Così lo ha rincorso, chiedendogli clemenza. Mai e poi mai avrebbe immaginato, vista la situazione, che l'uomo sarebbe morto pochi minuti dopo per quell'unica ferita che gli aveva inferto in un momento di rabbia. E mai avrebbe immaginato di essere arrestato di lì a pochi minuti con una pesante accusa: omicidio volontario aggravato dal fatto di aver commesso il reato in presenza di un minore. Ovvero, la figlia dell'aggressore. C'è voluto davvero poco tempo ai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore (agli ordini del tenente colonnello Francesco Mortari e del maggiore Michele Avagnale) per chiudere il cerchio e incastrare l'assassino di Fortino: il tempo di tornare sul luogo del delitto e trovare l'uomo che stava uscendo di casa.

La vespa della vittima, abbandonata sul cavalcavia che porta all'ospedale, aveva lasciato supporre che l'infermiere, in servizio presso il Dipartimento di salute mentale di Nocera, potesse essere stato ucciso per una tentata rapina. Ma sono bastati pochi minuti agli investigatori per individuare il vero movente e ricostruire la dinamica: a scatenare la rabbia dell'assassino, vi sarebbero motivi di carattere personale e passionale.

Maurizio e Davide si conoscevano. L'infermiere da tempo frequentava la casa della ex compagna del suo aguzzino. E giovedì sera era lì quando il 42enne, intorno alle 23, si è presentato dalla donna per vedere la figlioletta di soli 8 anni. Sanzone era da allora rientrato da Milano e intendeva salutare la figlia. Così è andato nella sua ex casa, in via Origlia, in pieno centro di Nocera Inferiore e ha bussato. La sua ex è andata ad aprire la porta e lui è entrato. Dopo aver salutato la bambina è andato nel bagno, dove ha trovato Fortino. I due hanno iniziato a litigare. E il litigio dal bagno si è spostato in cucina. Qui i sono passati dalle parole ai fatti fino a quando Davide prende un coltello dal cassetto del mobile (la versione della sua ex è un po' diversa, la donna ritiene che il coltello fosse già sul tavolo) e lo ferisce nei dorsali, lato sinistro, altezza cuore. Maurizio urla per il dolore, si tocca, si vede insanguinato ed esce fuori di casa per andare all'Umberto I, nell'ospedale dove lavorano due dei suoi tre fratelli, per farsi medicare. Sanzone gli corre dietro chiedendogli di non denunciarlo. Il 52enne prende la Vespa a va via. Nulla lascia presagire la tragedia che sarebbe accaduto di lì a poco. Una volta giunto sul cavalcavia che lo porta all'ingresso del pronto soccorso, Maurizio si sente male e cade dallo scooter. Un automobilista lo vede, si ferma, lo raccoglie da terra e, benchè insanguinato, lo accompagna in auto all'ospedale dove giunge morto. Probabilmente la lama del coltello ha colpito il cuore.

Intanto nel modesto appartamento di via Origlia, i due ex coniugi iniziano anche loro a fare discussione. Davide si lava, toglie i vestiti insanguinati e, una volta che si è cambiato, esce anche lui di casa. A piedi. Il tempo di percorrere pochi metri e viene bloccato dai carabinieri. In caserma, interrogato dal sostituto procuratore Gianpaolo Nuzzo, ammette le proprie responsabilità. Nelle prossime ore, la convalida del fermo.