Richard Gere risponde a Salvini: «Sono un privilegiato, ma non ho un aereo privato». L'attore intervistato su Rai3

di Redazione web
Sabato 13 Gennaio 2024, 07:04 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 07:11 | 1 Minuto di Lettura

«Non erano migranti economici»

Chi veniva dalla Libia «aveva la speranza di trovare salvezza. Stiamo parlando di salvezza non di migranti economici. Queste persone rischiano la vita. Sono sottoposte a torture fisiche e mentali, soprattutto le donne che vengono trasformate in schiave del sesso. Arrivato a bordo di Open Arms mi sono reso conto di quanto la situazione fosse seria. La gente stava con delle tende sul ponte della nave. Io ho visto circa 124 persone a bordo, all'addiaccio praticamente».

«Ho incontrato volontari provenienti da tutto il mondo che distribuivano farmaci, cibo, acqua - ha raccontato l'attore - . C'erano anche medici ed esperti che davano assistenza psicologica a persone che erano traumatizzate non solo dal naufragio ma anche dalle settimane e dai mesi necessari per arrivare alle sponde del Mediterraneo. Avevano vissuto l'inferno in Libia, finalmente erano saliti su una carretta del mare e poi sono stati salvati da Open Arms».

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