Il lavoro che fa «perdere tempo»: «Ora il codista è una professione»

Il lavoro che fa «perdere tempo»: «Ora il codista è una professione»
di Francesca Cicatelli
Sabato 31 Marzo 2018, 09:22 - Ultimo agg. 23:16
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Il suo lavoro è paradossalmente una perdita di tempo. Il suo soprattuto a vantaggio degli altri. Era un manager Giovanni Cafaro, salernitano da 17 anni a Milano, città da cui è partita la sua rinascita. Ma non perché gli abbia offerto un lavoro, come verrebbe da pensare, bensì perché gliel'ha tolto. Così si è reinventato "professionista della burocrazia" e ora fa il codista. E' in fila tutto il giorno per chi non ha tempo. E non crede di "perdere" il suo di tempo, perché fattura 10 euro l'ora e si diverte anche, socializzando. Per far assumere autorevolezza e dignità al suo mestiere attraverso un sindacato, nel 2014, ha formulato e depositato al Cnel e al Ministero del Lavoro il Contratto collettivo del codista, con tanto di riconoscimento di assicurazione e contributi. Ora chi vuole formarsi ed essere certificato deve passare al vaglio di Giovanni e frequentare il suo corso per ottenere la qualifica. Anche perché nonostante sia un lavoro nato per caso e necessità, "non può essere improvvisato, bisogna sapere come relazionarsi agli enti e alla pubblica amministrazione  - spiega - ed essere rigorosi quando si viene a contatto con dati sensibili". Ora è insomma, quella del codista, una figura professionale riconosciuta, cosa impensabile quando ha iniziato, beffeggiato e distolto dalla diffidenza di amici e parenti. Non teme la concorrenza dell'avanzata di disoccupati e praticanti che possono, in qualche modo, inficiare il suo lavoro offrendo prestazioni gratuite e anzi aiuta chi ha perso il posto ad entrare nel network dei codisti. In molti ricorrono al suo sito perché si è compreso "il valore del tempo e nessuno vuole sprecarlo in fila. Io invece le adoro". Il suo sito è www.giovannicafarocodista.it ed è la sua azienda a cui non ha voluto rinunciare neppure quando, successivamente alla perdita del lavoro, gli è stato proposto un altro contratto da dipendente.
 



E' facile mentire sulle ore realmente impiegate in fila e sui guadagni, c'è un modo per certificare le ore ai clienti?
No non esiste un modo. E' un rapporto lavorativo basato sulla fiducia e l'onestà. Ma devo dire che non ho mai avuto alcuna contestazione.

Qual è la tariffa prevista dal Contratto collettivo nazionale del codista?
Circa 10 euro all'ora lordi sia nel caso di codista dipendente che con partita Iva.

Non ti sembra di perdere tempo? O piuttosto anche il lavoro é una perdita di tempo in sè?
Il mio lavoro è basato sul risparmio di tempo quindi, in questo caso, perdere il mio tempo è utile agli altri: ottimizza il lavoro altrui e mi permette di guadagnare. E' un lavoro basato su fiducia e professionalità.
 
Vieni a conoscenza di molte info sugli altri, cosa ti stupisce di più e quali le file più strane?
Vengo a contatto con informazioni riservate sia di privati che di professionisti. La privacy e la segretezza non si mettono indiscussione. Quanto alle code strane mi capitano come di essere chiamato per fare la fila per il libro di una soubrette italiana, per un concerto o per l'apertura di uno store o per i saldi o addirittura il nuovo Iphone. Ma di solito le mie code sono all'interno degli uffici pubblici e quindi sono code lunghe e complesse perché mi investono di lavoro soprattutto nei periodi delle scadenze.
 
Come quantifichi il valore del tempo che trascorri in fila per conto di altri?
Il tempo ha un suo valore non solo per me ma anche per i miei clienti perché molti non hanno la possibilità di restare in coda a lungo. Diventa imprescindibile delegare a professionisti della coda.
 
Quanti codisti hai formato e certificato?
Siamo 550 in tutta Italia che lavoriamo sia come liberi professionisti che codisti dipendenti. Ora è una figura certificata.

Grazie alla tua determinazione hai inventato una professione prima inesistente ed ora addirittura riconosciuta e tutelata, come hai fatto?
Ho depositato il testo di Contratto Collettivo del Codista, attraverso un sindacato nel 2014, al Cnel, al Ministero del Lavoro, all'Inps e all'Inail. Quindi ora è un contratto ratificato. Si tratta di un contratto a chiamata che permette ai codisti italiani di poter essere assunti come codisti dipendenti e di essere tutelati con riconoscimenti di contributi previdenziale e assicurazione. La figura del codista viene certificata attraverso un corso di formazione professionale al termine del quale rilascio il mio attestato. 
 
Fai solo code o arrivato il tuo turno sbrighi anche faccende per gli altri?
Dipende. Mi capita a volte solo di fare la coda per il cliente che arriva un minuto prima del suo turno oppure svolgo, con delega, anche le pratiche burocratiche e amministrative.
 
Perché hai scelto Milano? Il Sud non forma più code?
Ormai ero a Milano da 17 anni. E proprio qui ho perso il posto di lavoro ma mi sono ambientato, ho tanti amici e mi piace. Quindi sono rimasto. E' vero al Sud ci sono più code e servizi lenti ma spesso è un luogo comune perché anche a Milano ci sono tante code e c'è inefficienza amministrativa.
 
Credi che il precariato e la disoccupazione sia uno stato mentale che ognuno può sconfiggere?

Tendenzialmente sì. E' vero ci sono difficoltà oggettive dovute alla crisi e molto spesso è questa che aguzza l'ingegno e la perdita del lavoro può fornire la spinta per ripartire. Molto spesso il precariato è quindi uno stato mentale che se stimolato può portare a grandi risultati.
 
Trovare lavoro oggi è solo una possibilità per fantasiosi? Chi non ha fantasia come fa?
Sicuramente la fantasia aiuta ma non è l'unica virtù. Ci vuole forza di volontà per perseguire il proprio scopo.
 
Com' è la tua vita oggi e quanto guadagni? Ha premiato la tua idea?
La mia vita è cambiata in meglio. Ho la fortuna di fare un lavoro che ho inventato e mi permette di vivere in modo dignitoso anche se senza la possibilità di una previsione o una stima precisa degli introiti.
 
Che tipo di coda preferisci?
Adoro tutti i tipi di coda a prescindere dal luogo. Sicuramente mi piacciono le code lunghe, stilisticamente precise quindi non disordinate e con persone incolonnate. La coda è non solo un'opportunità di lavoro ma anche di socializzazione.
 
Come ti intrattieni mentre sei in fila?
Cerco di utilizzare il concetto di coda attiva, leggendo un giornale o un libro o programmando gli appuntamenti successivi, rispondendo alle mail e organizzando la mia settimana lavorativa.
 
Il segreto per introdurre nuove figure professionali?
Il segreto è crederci, avere determinazione, fantasia e passione anche quando amici e parenti ti scoraggiano, anche se in buona fede. Com'è accaduto a me all'inizio.
 
Ora da imprenditore fai ancora le file?

Certo adoro farle e mi auguro che ci sia sempre più burocraia e inefficienza anche se vorrei che il mio Paese progredisse. Intanto viva i codisti e le code.
 
Al Sud non temi la concorrenza dei praticanti che effettuano prestazioni a titolo gratuito tra cui file e prenotazioni?

Il praticante di solito è sfruttato all'interno dell'ambiente di lavoro, si tende a non sprecare il suo apporto all'esterno e poi comunque il codista è impiegato anche in settori ospedalieri, da persone con disabilità, per acquisire informazioni su una pratica. Sbrighiamo faccende soprattutto per lavoratori dipendenti che non hanno ferie e permessi per fare la fila all'Agenzia delle Entrate o per imprese o ancora per prendere informazioni sulle cartelle esattoriali.
 

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