Cinema, col regista Carlo Luglio nel «Magma»: «La tradizione che resiste»

Cinema, col regista Carlo Luglio nel «Magma»: «La tradizione che resiste»
di Diego Del Pozzo
Giovedì 22 Ottobre 2015, 20:47 - Ultimo agg. 20:49
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Nel cartellone di «Venezia a Napoli. Il cinema esteso», rassegna che sino a domenica propone campani una selezione di film dell'ultima Mostra, c'è spazio per la riscoperta delle tradizioni musicali grazie al bel documentario di Carlo Luglio «Magma», dedicato all'affascinante universo delle paranze di Somma Vesuviana. In programma venerdì 23 ottobre al Modernissimo, alle 21, il film sarà seguito da una performance live dei protagonisti, accompagnati dalle percussioni di Tony Cercola e dal sax di Marco Zurzolo.







Luglio, com'è nato il film?

«All'inizio, “Magma” doveva essere un documentario di promozione delle bellezze di Somma. Poi, d'accordo con Emanuele Coppola, che ne è produttore con Gaetano Di Vaio per Figli del Bronx, abbiamo deciso che sarebbe stato più suggestivo dedicarci alla tradizione musicale tra sacro e profano, ad un'arte contadina che, nonostante tutto, resiste».



Quali sono gli artisti nei quali s'è imbattuto? Alcuni, come Giovanni Coffarelli, sono scomparsi prima dei suoi ciak.

«E altri grandi artisti-contadini sono venuti a mancare dopo la fine delle riprese, penso a Zi Riccardo e Chicchina: lei negli anni Ottanta andò al Festival di Montreaux con Pino Daniele e Tullio De Piscopo. Spero di riuscire a rendere il loro valore, mostrandoli insieme a Giuseppe Azzurro, Vincenzo Tarantella, Anna Rea, Elisabetta Raia, Ciccio Salierno e Sabatino Albano. Molti di loro, negli anni '70, sono stati registrati da Roberto De Simone nei suoi storici 'lp sulla tradizione in Campania. Nello stesso periodo, alcuni volarono persino negli Stati Uniti, chiamati da Alan Lomax, come documenta una suggestiva ripresa d'epoca».



Lei affida a Tony Cercola il ruolo di cicerone.

«L'escamotage narrativo è quello di una ricerca che Tony conduce per la lavorazione del nuovo disco, incontrando questi uomini e queste donne capaci di vivere ancora in profonda comunione con la terra e con le sue tradizioni. Lo spettatore scopre un mondo magico e struggente di attempati contadini carichi di vitalità, devoti al culto della Madonna del Monte Somma e pronti a cantare, ballare e suonare le musiche tradizionali, sprigionando la frenesia e il magma delle viscere di terre antiche sempre in fermento».







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