Aspettando Elton John il Festival si divide sui gay: e la parola «omosessuali» scompare dalla canzone di Cecile

Cecile sanremo 2016
Cecile sanremo 2016
di Federico Vacalebre Inviato a Sanremo
Lunedì 8 Febbraio 2016, 11:49 - Ultimo agg. 17:18
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Cirinnà, CirinNò, la terra dei cachi. Forse è solo una trovata del solito
Giletti, pronto ad agitare le acque della vigilia sanremese e ad
acchiappare audience per sè e per il festivalone nazionalpopolare, dando
in pasto all'«Arena» schizzi di gossip in diretta su Raiuno. Ieri, più
dell'attesa trepidante del popolo delle fans per il ritorno del Garko
sotto shock, ha funzionato la ventilata presenza in prima fila all'Ariston
di David Furnish, il marito di Elton John, domani superstar della serata
inaugurale. Il vicepresidente del Senato Gasparri, che ha già bollato come
«uno schifo umano» il Rocket Man e la sua presenza in Riviera, starà
fremendo. Giletti, invece, gongola, ancora una volta ha dettato il tema
alle cronache, ha imposto l'approccio al dibattito.
 


Carlo Conti è tranquillo, come sempre: ”«Io ho invitato, e l'abbiamo
inseguito da settembre, una delle più grandi popstar internazionali per
fargli cantare un pezzo del suo nuovo album. Averlo con noi è motivo
d'orgoglio per me e per tutta la rete. Credo che non ci sia nulla di
strano». Sir Reginal Dwight - così all'anagrafe - arriva infatti per
lanciare il cd appena uscito, «Wonderful crazy night», a partire dal
singolo «Blue wonderful». Ma il tema dei diritti degli omosessuali è caro
al cantapianista e qualcuno teme che lo voglia ribadire chiaro e forte
anche dal palco, o magari che basti anche solo un'inquadratura del suo
partner a tenere alta la polemica in una vigilia di calma piatta, non
fosse per i controlli anti-Isis, la no fly zone dichiarata ai droni, la
pioggia che rende melanconica l'atmosfera. Il conduttore-direttore
artistico non ha intenzione di intervistare l'uomo di «Honty tonky
chateau», anticipa: «Io voglio solo sentirlo cantare e suonare». Se però
lui dovesse dichiarare qualcosa? «Vedremo».

Intanto il tema omosessualità, peraltro già sdoganato a Sanremo - il primo
fu Federico Salvatore con «Dietro la porta» nel 1996, gli rispose, in zona
pre-Family day, Povia con «Luca era gay» 2009 - doveva arrivare sul palco
con Cecile, ventunenne romana di madre camerunense, tra gli otto Giovani
in gara. «N.E.G.R.A.», il suo pezzo, è un duro j'accuse all'Italietta
razzista: il testo è dedicato «A te che guardi il colore della mia pelle
come fossi extraterrestre/ Alla mamma che mi nota e stringe i figli a sé»
ed è lo sfogo di una giovane italiana black che sa che il colore della sua
pelle non fa differenza solo quando è nuda. Lei negli scorsi giorni ha
partecipato alla manifestazione romana pro legge Cirinnà e quale sia la
sua posizione a riguardo l'aveva messo anche nel brano: «C'è chi si vanta
di ideali dove negri e omosessuali/ indifferentemente sono tutti uguali/
cioè diversi e in quanto tali sono da trattare/ diversamente dai normali/
e questo fa paura». Versi scomparsi dalla versione che porterà in gara,
come già da quella presentata in tv: «Dovevo stare entro i tre minuti e ho
dovuto tagliare proprio quelle parole che in qualche modo erano l'essenza
del pezzo stesso», spiega lei. Ma nel video con cui è iniziata la sua
partecipazione al concorso, in cui è nuda coperta dalle mani o pixellata,
quelle parole si ascoltano ancora oggi sulla pagina dedicata alla sezione
dal portale Rai. «Spero che poi la gente ascolti il brano e si fermi su
quelle rime: dico negra perchè parlo di me, ma potrei dire grassa, gay,
trans e tante altre cose. Diversi da chi? Da cosa? e chi lo stabilisce?».
CirinNò, Cirinnà, la terra dei cachi. A proposito, che combineranno Elio e
le Storie Tese nel mettere in scena la strofa del femminiello napoletano
protagonista della loro «Vincere l'odio».
 
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