Roberto Bolle torna a danzare alla Scala sulle note di una sinfonia

Roberto Bolle torna a danzare alla Scala sulle note di una sinfonia
Martedì 11 Aprile 2017, 17:13
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Roberto Bolle tornerà a danzare a Milano il prossimo 18 aprile per il nuovo spettacolo della Scala che include tre balletti: la Valse, Simphony in C e Shéhérazade. Due di queste sono nuove produzioni: Shéhérazade firmata da Eugenio Scigliano e La Valse ideata da tre ballerini del teatro (Stefania Ballone, Matteo Gavazzi e Marco Messina). Simphony in C (in cui danzerà anche bolle per quattro repliche) è, invece, una ripresa della coreografia di George Balanchine. «La Scala deve portare sulle spalle il fardello della tradizione - ha osservato il sovrintendente Alexander Pereira - ma anche rendere l'arte frizzante» con nuove produzioni, appunto. Sul podio a dirigere questi balletti, che sono anche capolavori musicali, il maestro Paavo Jarvi, che è stato direttore dell'orchestre de Paris, e alla Scala nel prossimo mese dirigerà anche il Don Giovanni e la settima di Mahler. «Non ho tempo di fare il turista» ha scherzato durante la conferenza stampa di presentazione in cui ha spiegato che dirigendo il balletto «ci si rende conto del legame fra il gesto e la musica, un'immagine che non ti lascia più».

L'immagine evocata nella Shéhérazade da Scigliano è quella di una donna forte che si oppone alla volontà del marito e del fratello fino ad uccidersi. «Ho usato la storia di Zobeide - ha raccontato - per far emergere il problema della violenza sulle donne e la volgarità dell'uomo». In scena otto donne, dietro un colonnato nero che sembra una gabbia, e otto uomini. «Si tratta di una storia come tante succedono al Sud, ma forse - ha aggiunto - anche a Milano o ad Aosta». La Valse è stata una scommessa non facile, ma comunque vinta. Mettere insieme tre coreografi per un balletto di tredici minuti è già di per sé difficile, se poi loro stessi fanno parte del corpo di ballo i rischi aumentano. Ma loro hanno spiegato che lavorare in tre è stata la loro «forza», come l'idea di mettere in scena, anche grazie a una rampa che fa da scenografia, «la valse come l'apoteosi del walzer con all'interno tutti i mondi possibili». «Vedi la musica, ascolta la danza» diceva George Balanchine, e Colleen Neary che ha rimontato Symphony in C lo ha ricordato spiegando che questo balletto «mostra la musica in ogni movimento». «La compagnia è di livello altissimo, non solo il primo cast» ha assicurato Frederic Olivieri, che dirige il corpo di ballo in attesa che sia nominato il nuovo direttore (ruolo che manca da quando ad ottobre se ne andò Mauro Bigonzetti). «Datemi fino a fine mese. Ho un altro incontro dopo Pasqua e poi dirò il nome del direttore» ha sottolineato Pereira. Bisogna quindi aspettare ancora quindici giorni per sapere se sarà confermato Olivieri (che ha assunto la funzione dopo l'addio di Bigonzetti, ha già diretto il corpo di ballo in passato ed ora è a capo della scuola di ballo della Scala) o se arriverà qualcuno da fuori.
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